Ieri, martedì 19 giugno, si è svolta in tutta Italia la prima prova scritta degli esami di Stato 2024. Le tracce sembrano aver accontentato tutti. Infatti, stando a un sondaggio di Skuola.net 6 studenti su 10 avevano affrontato in classe gran parte dei temi.
Diversi esponenti del mondo della cultura e non solo hanno commentato la scelta dei temi. Tra questi anche il docente e scrittore Enrico Galiano, che sui propri canali social ha voluto ironizzare sulle tracce, dando anche una spiegazione concreta del suo pensiero.
Il prof ha affermato: “Comunque io avrei scelto la traccia sui social – quella con un testo del 2014 che parla di blog e di selfie – e avrei scritto solo questo: “Evidentemente chi decide le tracce per la maturità usa ancora Internet Explorer“.
E ha poi aggiunto: “Allora, visto che alcuni hanno voluto per forza leggere chissà quale profondo affondo e riflessione anche in una battuta satirica, provo a dire il mio pensiero su questa traccia. Pur essendo di dieci anni fa e pur parlando di cose che stanno avendo significati sempre nuovi (blog e selfie esistono ancora oggi, ma hanno scopi e modalità molto diversi da 10 anni fa), coglie bene un tema contemporaneo, la costruzione di un’immagine/maschera vs autenticità. Giusto, bello. Ci si potevano fare collegamenti con Pirandello, col Truman Show, con il Seneca delle Lettere a Lucilio, con Magritte, con Black Mirror, con un sacco di cose. Il problema secondo me è che siamo ancora fermi a una visione parziale: la traccia sottolinea solo l’aspetto negativo, ed esprime implicitamente un giudizio morale negativo sulle modalità comunicative della contemporaneità.
“Siamo ancora fermi – continua il docente – al confronto con un passato glorioso e perfetto (ah, che bravi che eravamo quando scrivevamo i diari ed eravamo davvero noi stessi!) contro un presente corrotto (ah, che decadenza questi blog!), come se gli stessi blog e gli stessi selfie non abbiano – anche – aperto strade all’espressione di sé e all’autenticità. Questa è una visione “antica”, da boomer, al di là che sia un testo di 10 anni fa, potrebbe anche essere di oggi ma è lo sguardo che non sa andare oltre l’ormai vetusto “o tempora o mores”, il problema è che siamo sempre fermi lì, a dire a questi ragazzi “i social sono il male”, punto, invece di avere uno sguardo realistico e critico che faccia dire: possono essere SIA pericolo SIA risorsa”.
E conclude: “Poi, ovvio: la traccia richiedeva un commento critico alla frase, quindi lasciava anche la libertà di dire il contrario. Ma la scelta di mostrare sempre un lato della medaglia (quello brutto, che c’è, e tanto anche) tradisce la miopia di chi non sa cambiare un po’ prospettiva per guardarne anche la faccia luminosa (che c’è, e tanto anche).Da questo, non solo dalla scelta di un testo di 10 anni fa, io ho capito -magari sbagliando eh – che chi ha scelto questa traccia è ancora troppo distante dal presente, troppo distante dai giovani cui si è voluto rivolgere“.
Secondo il sondaggio di skuola.net, 6 studenti su 10 avevano affrontato in classe gran parte dei temi. Più nel dettaglio, le tracce sono state “promosse” da circa 2 maturandi su 3, un’ampia maggioranza: il 43% le ha ritenute tutte interessanti, il 21% almeno una parte. Al 20% è piaciuto solo lo spunto che poi ha effettivamente svolto. Il 16%, invece, non ha espresso alcun gradimento e, perciò, ha dovuto virare sul “male minore”.
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