Le contestazioni in sede d’esame o successivamente al voto, nell’ambito degli esami di maturità sono sempre più frequenti. Il Tar di Lecce, ad esempio, si è appena espresso rispetto alla rivendicazione, da parte di una neodiplomata, circa l’illegittimità, a suo dire, dell’operato della commissione che ha mancato di attribuirle la lode senza offrirle d’altra parte alcuna valida motivazione al riguardo.
La ricorrente (seguita dall’avvocata Chiara Vimborsati), cui il Tar di Lecce dà ragione, ha chiesto e ottenuto l’annullamento del giudizio finale di valutazione, dal momento che la commissione non le ha attribuito la lode (per mancanza di un esito unanime della votazione), pur trovandosi davanti un’alunna con 100 punti raggiunti senza fruire dell’integrazione di cui all’O.M. 65/2022.
Quali ostacoli alla lode? Il voto contrario di un solo insegnante, a dispetto del fatto che la ragazza sia stata ammessa agli esami di maturità con il credito scolastico massimo di 50, abbia superato tutte le prove d’esame col massimo punteggio e non abbia beneficiato di punteggi integrativi per il raggiungimento di 100/100.
Sebbene l’OM preveda, effettivamente, l’unanimità della commissione nell’attribuzione della lode, in casi del genere, la giurisprudenza ha osservato che la discrezionalità di cui gode la P.A. è sindacabile allorquando l’esercizio della stessa risulti “del tutto immotivato sul punto, quando una motivazione, secondo il normale apprezzamento, sia sentita come necessaria”, risultando, a fronte del curriculum dello studente, che “la mancata attribuzione della lode si sarebbe dovuta congruamente motivare…”
La mancanza di motivazione da parte del docente contrario ha quindi reso impugnabile il giudizio espresso dalla commissione.
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