Cosa succederà con la maturità? Molto probabilmente non si svolgerà come l’abbiamo vista fino all’anno scorso. Previsto solo un maxi orale da fare in classe o da remoto.
“Il primo obiettivo – dice la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina – è garantire l’orale dell’Esame del secondo ciclo in presenza, un primo passo verso il ritorno alla normalità. Vogliamo tutti tornare a scuola come ci andavamo prima, ma dobbiamo usare la massima prudenza. Non possiamo vanificare gli sforzi fatti. Ovviamente – aggiunge – in questa fase dovremo dare supporto alle famiglie, su questo lavoreremo insieme ai ministeri del Lavoro e della Famiglia”.
Come segnala il Sole 24 Ore, la decisione ufficiale arriverà nelle prossime settimane con un’ordinanza ministeriale attesa per i primi di maggio, che aggiungerà un ulteriore tassello sull’esame di Stato dopo la decisione formalizzata sabato scorso di costituire commissioni d’esame con 6 membri interni più il solo presidente esterno. Per conoscere i nomi dei commissari bisognerà aspettare, rispettivamente, il 30 aprile (per gli interni) e il 21 maggio (per gli esterni).
La maturità sarà aperta a tutti e 510mila candidati (inclusi i privatisti che la svolgeranno però a settembre).
L’obiettivo della ministra è farlo svolgere in classe anziché online come le lezioni.
Per garantire il distanziamento necessario si cercherà di scaglionare al massimo le presenze e dunque si potrebbe partire già il 17 giugno, quando si sarebbe dovuto tenere la prima prova, quella d’italiano. I dettagli su distanze e dispositivi di protezione arriveranno prossimamente con un protocollo per la sicurezza messo a punto insieme alle autorità sanitarie.
Quest’anno tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza, ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno.
Il decreto indica, poi, una doppia possibilità.
Se i ragazzi potranno rientrare a scuola entro il 18 maggio, ci sarà un esame con commissione interna. La prima prova, Italiano, sarà preparata dal Ministero.
La seconda, quella diversa per ciascun indirizzo, sarà predisposta dalle commissioni. Poi ci sarà l’orale. Se non si rientra a scuola, è previsto il solo colloquio orale.
Resta ferma la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma.
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