Il Governo M5S-Lega ha cambiato l’esame di maturità, ma non lo ha stravolto: la vera riforma dell’Esame di Stato finale delle superiori rimane quella derivante dal decreto legislativo n. 62 dell’aprile 2017, figlio della riforma Buona Scuola prodotta dal Pd contro il volere di moltissimi docenti e addetti ai lavori. A ribadire che l’attuale Esecutivo non detiene la paternità delle modifiche sostanziali della maturità in arrivo, con le prove di giugno e luglio 2019, è stato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
“Gli studenti stiano tranquilli”
A margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Accademia delle Belle Arti di Torino, il responsabile del Miur ha detto che “se qualcuno protesta, si lamenta cambierà presto idea con le simulazioni che faremo. L’abbiamo adeguata, ritagliata, conformata rispetto alle esigenze e al percorso che gli studenti hanno fatto. Stiano tranquilli gli studenti, siamo vicini, le cose funzionano”.
Le simulazioni della prima e seconda prova, che al Miur stanno per essere definite proprio in questi giorni attraverso le ultime verifiche presso le commissioni disciplinari incaricate, rappresentano quindi una sorta di crocevia per il destino della nuova maturità. Perché se il ministro dispensa tranquillità, dal loro esito dipenderà molto il destino degli attuali malumori contro le nuove prove (più interdisciplinari, impegnative e dispensatrici di punti, essendo venuto meno il “quizzone”).
Una delle critiche più frequenti, mosse all’attuale ministero dell’Istruzione, è, infatti, proprio quella di avere accelerato i tempi, facendo delle modifiche ad anno scolastico abbondantemente iniziato.
“Abbiamo solo tolto l’alternanza e le prove Invalsi determinanti per l’accesso”
Il ministro dell’Istruzione ha però detto, in modo perentorio, che quella che ci accingiamo a vivere “non è nuova maturità perché è presente all’interno del decreto legislativo del 2017. Noi l’abbiamo aggiustata, eliminando l’alternanza scuola-lavoro e le prove Invalsi come momento determinante per l’accesso all’esame di maturità stesso”: entrambe non saranno più necessarie per l’ammissione alle prove, che quest’anno prenderanno il via il prossimo 19 giugno.
Bussetti ha anche spiegato che, riferendosi ancora agli allievi, “sono coinvolti loro stessi in questo percorso d’avvio del nuovo Esame di Stato. Abbiamo già risolto tutto”, ha tenuto a sottolineare il titolare del Miur.
Presto ci renderemo conto se e quanto le cose stanno così come dice il ministro dell’Istruzione.
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Il punto sulla questione del vicedirettore della Tecnica della Scuola, Reginaldo Palermo.
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