A protestare contro il cambio di regole della maturità in corso d’anno, non sono solo studenti e insegnanti: a dare loro manforte sono ora anche i sindacati. La Flc-Cgil in testa, secondo cui “i tempi di applicazione della riforma devono essere distesi, non si può calare dall’alto la nuova prova a metà anno scolastico”.
“Nonostante i tanti appelli di docenti e intellettuali – scrive l’organizzazione guidata da Francesco Sinopoli – , il Miur ha marciato dritto con la cancellazione del tema di storia, l’eliminazione della terza prova multidisciplinare e ora con l’accorpamento di matematica e fisica nella seconda prova dei licei scientifici”.
Per il sindacato, avendo mutato in corsa l’assetto degli Esami di Stato della secondaria di secondo grado “c’è il serio rischio di uno scollamento tra le simulazioni proposte dal Ministero, la realtà scolastica e le stesse indicazioni nazionali”.
“È ora che il Miur – aggiunge la Flc-Cgil – cominci ad ascoltare i tanti insegnanti che hanno sollevato forti perplessità sulla nuova prova multidisciplinare di matematica e fisica: l’appello per cambiarla in pochi giorni ha raccolto quasi 15.000 adesioni”.
“L’esame di Stato deve basarsi sul lavoro svolto nel quinquennio di studi da insegnanti e studenti, con una coerenza tra prove e percorsi di apprendimento. Il ministro ascolti la scuola e dia un segnale di inversione di tendenza rispetto al fenomeno di costante delegittimazione e scollamento del MIUR dalla scuola reale e dal lavoro degli insegnanti”, conclude il sindacato Confederale.
Il punteggio finale resta in centesimi: il credito scolastico, calcolato sugli ultimi tre anni, arriva fino a 40 punti a cui si aggiungono massimo 60 punti con le 3 prove, massimo 20 per ciascuna.
Il punteggio minimo per superare l’esame resta 60 punti.
La Commissione d’esame può integrare il punteggio, fino ad un massimo di 5 punti, se il candidato parte da un credito scolastico di almeno 30 punti e da un risultato delle prove di esame di almeno 50 punti.
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