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Maturità con la media del 6, il rettore della Statale di Milano: deriva commerciale, no alle facili scorciatoie

Una “deriva commerciale e quantitativa” della formazione, che è stata avviata col metodo dei crediti formativi all’università.

È questo il giudizio, pessimo, di un rettore universitario a proposito della norma – approvata dal consiglio dei ministri a metà gennaio e contenuta nella legge delega sulla nuova valutazione e sugli Esami di Stato – che se non verrà modificata prevede che dal 2018 per essere ammessi alla maturità basti la media del 6 e non più la sufficienza in tutte le materie come avviene ora.

La “sferzata” arriva dal rettore della Statale di Milano, Gianluca Vago, nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico dell’università Statale di Milano, culminata con la laurea ad honorem al compositore Ennio Morricone.

Per il rettore dell’ateneo meneghino, se passa la legge delega sulla valutazione si profila una “deriva commerciale e quantitativa” della formazione, che è stata avviata col metodo dei crediti formativi all’università e che sarà probabilmente consolidata dalla “media del 6 per l’accesso agli esami di maturità”.

 

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“Raccontare chi siamo, più ancora che quello che sappiamo – ha detto Vago a proposito della missione dell’università -: questo è quello che dobbiamo ai nostri studenti, lo devono i veri maestri ai propri allievi”.

Secondo il rettore, infatti, “ogni viltà, ogni opportunismo, ogni scorciatoia facile, ogni mediocre privilegio, ogni gratuita e svogliata inefficienza, ogni superficiale pressapochismo sono una ferita che lacera la speranza dei nostri ragazzi e piega la loro fiducia“.

La cerimonia nell’aula magna della sede di via Festa del Perdono è stata aperta dall’omaggio dell’ateneo ad Alessandra Lavezzi e Flavia Roncalli, le due studentesse della Statale morte di meningite.

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Alessandro Giuliani

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