I lettori ci scrivono

Maturità, con la nuova seconda prova scritta declassamento della cultura classica

Desideriamo esprimere il rammarico nostro personale, della redazione della rivista Zetesis, di cui siamo direttrice e presidente del Comitato scientifico, e delle associazioni che rappresentiamo e che condividono la nostra idea di liceo classico per quanto comunicato dal MIUR circa la modalità di svolgimento della seconda prova scritta di maturità al liceo classico.

Con questo provvedimento il MIUR di fatto ha sanzionato un declassamento dello studio della lingua latina e greca: l’insegnamento della lingua continuerà, ma avrà un ruolo sempre più marginale, non essendo più possibile una effettiva verifica, dopo cinque anni di studio, dell’abilità raggiunta dai candidati nella comprensione e resa italiana di un testo d’autore di lunghezza e difficoltà adeguate.

Come è stato affermato da molte parti, e come si è ribadito anhe nel recente convegno organizzato dal liceo Alexis Carrel a Milano, la versione di latino e greco, quale esempio di problem solving, aiuta ad acquisire una competenza utile per sapersi muovere nella complessità della società dove i ragazzi si inseriranno. La seconda prova in uso, solo in anni recenti messa in discussione da circoli appartenenti a posizioni politico-ideologiche ben definite, viene ora sostituita da una nuova prova confusa, velleitaria e dai contorni fumosi.

Non si dica (perché sarebbe un tentativo patetico di giustificazione) che si è tentato semplicemente di proporre una diversa modalità di verifica e che il cambiamento ha valenza puramente didattica: il MIUR ha sposato in modo a nostro parere acritico una linea politica e ideologica precisa, che sotto le apparenza di un’indagine più ampia e articolata di conoscenze riduce fino quasi a eliminarla (specie nel caso delle due discipline associate) l’analisi e la ricodificazione del testo e aggiunge domande dal contenuto vaghissimo (in gran parte psicologico/ideologico) che pioveranno sulla testa di studenti e commissari senza tener conto del lavoro fatto nelle classi, con buona pace dell’obbligo legale di riferirsi al documento del 15 maggio di ogni classe.

Le menti illuminate e progressive che da anni preconizzano e sponsorizzano questo cambiamento non hanno preso in considerazione finalità formative o valutative (la griglia fornita nasconde la difficoltà di valutare risposte a domande eterogenee ed estemporanee): alla base c’è la volontà di svuotare dall’interno una prova ancora seria e un lavoro a cui docenti e studenti continuano a credere, o forse addirittura il liceo classico nel suo insieme e con esso la memoria della nostra storia.

Confidiamo che il Ministero da Lei diretto possa ancora intervenire a modificare questi aspetti della riforma, affidando ad una più ampia indagine conoscitiva un cambiamento che appare attualmente intempestivo, oltre che scorretto in quanto annunziato e messo in vigore in corso di anno scolastico.

Per Zetesis
prof. Giulia Regoliosi, Preside di Liceo Classico, Direttore responsabile della Rivista Zetesis
prof. Moreno Morani, Accademia Ambrosiana, Presidente del Comitato Scientifico della Rivista Zetesis

Per AESPI
Prof. Angelo Ruggiero, Presidente

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