Alcuni studenti, dopo l’esame di maturità, si sono ritrovati presso la tomba di una loro docente di italiano, scomparsa a dicembre del 2022 appena dopo i colloqui a scuola in seguito ad un malore, a 55 anni. Oltre il marito e il figlioletto, lasciò letteralmente orfana e sgomenta la sua classe, di un liceo di Aversa, nel casertano, che da allora non l’ha mai dimenticata.
La storia è stata raccontata da Il Corriere della Sera. “È stato un trauma indicibile — racconta l’amica e collega dell’insegnante scomparsa —. I ragazzi l’avevano da poco salutata al termine dei colloqui. Aveva stretto con ciascuno di essi un rapporto straordinario, era un’insegnante totalmente dedita alla scuola. La dirigente scolastica si adoperò immediatamente: una psicologa ha seguito la classe nelle prime fasi, quelle di maggiore sofferenza. I ragazzi non si capacitavano, hanno a lungo risentito della scomparsa della loro professoressa. Non è stato facile venirne fuori. Soprattutto con l’arrivo della supplente. Una delle alunne, ogni volta che la incontravo, mi fissava con lo sguardo interrogativo e scoppiava a piangere. L’altro giorno, quando hanno terminato gli esami di maturità, mi hanno lasciato di stucco: hanno chiesto di essere accompagnati al cimitero. Avevano il desiderio di ringraziare la loro prof che non c’è più, ma che hanno sentito vicino tutti i giorni in cui è mancata. Una sensibilità che ripaga di tutto l’impegno profuso in cinque anni di insegnamento”.
La lettera di fine anno degli studenti
Nella lettera di fine anno che i ragazzi hanno consegnato ai docenti per esprimere tutta la loro gratitudine, viene fuori con forza la triste esperienza vissuta: “È una verità universalmente riconosciuta che gli alunni odiano la scuola — hanno scritto — eppure nelle ultime settimane scolastiche mai prima d’ora abbiamo desiderato di restare avvinghiati a quelle sedie e a quei banchi. L’ultimo appello, l’ultimo compito, l’ultima interrogazione, l’ultimo giorno, l’ultima campanella… e poi tutto termina”.
Con il pensiero riconoscente rivolto a tutti gli insegnanti e a “lei” la prof “che non potremmo mai dimenticare, che con la sua gentilezza e la sua leggerezza illuminava le nostre giornate e che avrebbe fatto il tifo per noi fino alla fine. Ci conforta pensare — sottolineano nel messaggio — che una parte di lei sia qui con noi oggi e ci stia ascoltando, anche se da lontano”.
L’orgoglio della collega
“Quando la scuola funziona — sottolinea l’insegnante — gli adolescenti sono in grado di sviluppare sensibilità e capacità emotive profonde, accogliendo il dolore per trasformarlo in crescita matura e consapevole. E la foto che li ritrae intorno alla tomba è anche il mio personalissimo orgoglio: nessuno dei miei studenti si è lamentato o stupito per il voto che ha ricevuto, ma tutti mi hanno chiesto di essere lì, per l’ultima volta, con loro, in silenzio, con gli occhi lucidi, ciascuno con il proprio ricordo”.