“Come vestirsi alla maturità è uno dei grandi temi di giugno e luglio, è come Sanremo, ci sono queste polemiche che tornano”. Così Valentina Petri, insegnante di lettere e scrittrice presente all’appuntamento di Tecnica risponde LIVE del 14 giugno, a cui sono intervenuti anche Sandro Marenco e Daniele Grassucci.
Valentina Petri, dopo aver discusso in generale proposito della maturità 2022, ha riflettuto su un aspetto importante che è causa di molte paure e dubbi negli studenti che si apprestano a terminare il loro percorso scolastico: il dress code. “Tra le mille paranoie degli studenti c’è anche ‘cosa mi metto?’”, ha spiegato la Petri.
Forse anche a causa del momento dell’anno in cui si svolgono gli Esami di Stato, cioè a ridosso dell’estate, risulta spesso difficile per gli studenti coniugare la necessità di presentarsi bene davanti alla commissione e il bisogno di sentirsi comodi e a proprio agio in modo da dare il meglio di sé nonostante le alte temperature.
Come ha spiegato la Petri con sarcasmo, “gli studenti devono arrivare alla maturità trovando una giusta via di mezzo: comoda ed elegante, tra Copacabana, che non va bene, e la Prima Comunione, che non va bene. Ci sono quelli che arrivano che sembrano dilaniati da un Rottweiler e quelli che arrivano la mattina dell’orale in giacca e cravatta”.
La soluzione? “Essere sé stessi. Insegno in un istituto professionale – continua la Petri – quindi vedo jeans strappati e una certa attitudine a vestirsi un po’ ai limiti dell’informale”.
In pratica, bisogna trovare il modo di esprimere la propria personalità senza risultare troppo ingessati ma comunque dando al momento l’importanza che merita.
La nostra ospite, con un pizzico di ironia, ha poi elargito consigli pratici ai maturandi, che secondo lei dovrebbero fare una “prova pre-esame” così come si fa la prova costume:
“Allora il primo consiglio: non indossate giacca e cravatta se non siete i tipi. Se vi sentite dentro un’armatura medievale lasciate perdere. Una polo va benissimo, un pantalone va benissimo. Ecco, magari non le braghette corte perché insomma le gambe con il peluche a vista non sono mai un bello spettacolo. Più che altro perché vi invidiamo, noi siamo vestiti in maniera abbastanza formale. Per le fanciulle – ha aggiunto l’insegnante – consiglio una giusta eleganza, un giusto decoro. Ciò non vuol dire rinunciare alla femminilità, ci mancherebbe. Ci siamo messe tutte un chilo di eyeliner nel bagno della scuola di nascosto dai genitori, però è chiaro che in quel momento lì l’apparenza conta. Bisogna cercare una chiave per essere sé stessi ma autorevoli, per dimostrare quello che si è senza avere l’incubo dell’ ‘oh dio, mi cala la spallina!’, insomma una via di mezzo”.
In conclusione Valentina Petri si è concentrata sui rischi che, talvolta, gli studenti non considerano nella scelta degli abiti da indossare alla maturità. “Rischio pazzesco: occhio a quello che avete scritto nelle magliette. Ogni tanto arrivano con delle t-shirt con scritte in inglese: ‘Sai cosa hai scritto nella maglietta?’ ‘No’”.
E “occhio ai tessuti – conclude la Petri – quelli in cui si vede troppo che hai sudato!”.
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