Il celebre docente e scrittore Enrico Galiano ha rilasciato un’intervista a La Repubblica in cui ha discusso di varie tematiche: dalla maturità con mamma e papà, all’exploit di atti violenti da parte dei giovanissimi, alla didattica, alla differenza tra vecchie e nuove generazioni.
Ecco la sua opinione in merito ai festeggiamenti con fiori e spumante dopo l’orale di maturità: “Che male c’è?, non riesco proprio a capirlo. Significa: sto con te, ti sono vicino. Faccio il tifo”, ha detto Galiano. “Per un diciannovenne la montagna è più alta di quanto lo sia il diploma di laurea per un ventiquattrenne. Alla laurea ci arrivi dopo venti esami, a una tesi lavori per due anni. E poi sei più grande, formato. All’esame di Maturità ti trovi per la prima volta una commissione davanti. Questi ragazzi, lo ricordiamo?, hanno vissuto due stagioni con il Covid e, sì, hanno conosciuto l’assenza e hanno più bisogno di presenza”, ha aggiunto.
Poi, sui genitori all’orale: “L’orale, e penso al maturando, è la tua prima notte nella foresta. Se l’affronti con il testimone di famiglia, perdi il suo significato simbolico. La Maturità non è una performance né una partita: è una prova e all’orale devi essere da solo”.
Ecco un aneddoto sul suo esame: “Litigai, davanti a tutti. Ho rischiato davvero la bocciatura. All’orale avevo avuto la brillante idea di litigare con il commissario esterno. E all’uscita, ecco il mio papà. Gli raccontai del casino che avevo fatto, dello scritto di Italiano andato malissimo, che ero sicuro di essere stato bocciato. E lui mi portò a bere, alle dieci e mezza del mattino. Non c’era proprio niente da festeggiare, perché avevo realizzato meno della metà di quello di cui ero capace. Quel ricordo lì, di mio padre, la sua pacca sulla spalla dopo il brutto flop, è uno dei più bei ricordi che abbia di lui. Di sicuro, una delle volte in cui l’ho sentito veramente vicino. No, non si può condannare un genitore che ti porta un mazzo di fiori”.
“Quando sono diventato insegnante ho compreso che andare fuori tema, e io ci sono andato molte volte, non solo alla Maturità, è sì un errore, ma è anche il segnale che hai delle passioni, così forti da dimenticare che cosa ti era stato chiesto inizialmente. Questo aspetto va rispettato e valorizzato”, ha aggiunto.
Galiano ha parlato anche degli insulti che spesso riceve: “E’ più facile mi arrivino dagli adulti. E raro che su TikTok, regno dei più giovani, mi scrivano “vai a zappare”. Sono quasi sempre rispettosi. Non mi disturba il contrasto, sono solo preoccupato quando leggo commenti pesanti da parte di insegnanti. Non puoi stigmatizzare il bullismo a lezione e poi andare a insultare un collega, ti squalifica. La digitalizzazione umana è stata troppo veloce e ha preso di sorpresa anche gli insegnanti, che devono ancora ambientarsi”.
Ecco un giudizio del docente sull’operato del ministero dell’Istruzione e del Merito: “La risposta me l’ha data mia figlia di sette anni quando ha detto: ‘Papà, non voglio che mi dai ripetizioni di Latino perché non voglio imbrogliare, voglio essere alla pari con i miei compagni’. Ha capito più cose del ministro Giuseppe Valditara. Spesso i meritevoli sono semplicemente ragazzi più fortunati, cresciuti in famiglie che li hanno stimolati e hanno potuto pagare ripetizioni e tutor”.
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