Maturità: in aumento le bocciature, ma solo quelle dei non ammessi
La “stretta” voluta dal ministero dell’Istruzione, Gelmini, ma sulla scia del predecessore Fioroni, a proposito delle valutazioni da assegnare agli studenti maturandi, starebbe dando i primi frutti: secondo quanto risulta da un campione minimo (10%) ma già sufficientemente rappresentativo, il numero di candidati che sono riusciti a conseguire il diploma sono in diminuzione dell’1,5%.
La riduzione, già anticipata dal Miur all’indomani della pubblicazione dei primissimi dati sui non ammessi, si deve esclusivamente alla maggiore severità dei Consigli di Classi, che in occasione degli scrutini di fine anno scolastico hanno fermato l’1,6% in più di studenti rispetto al 2009: in base a quanto comunicato dal Miur l’8 luglio, “nel 2008/2009 erano 17mila (5,1%), nel 2009/2010 sono oltre 23mila (6,6%)”. La tendenza sembrerebbe essere stata generata dalla norma (introdotta già nel 2009) che reputa l’insufficienza in condotta un motivo, anche se isolato, più che valido per respingere lo studente: tanto è vero che sempre lo scorso anno i candidati all’Esame di Stato fermati per motivi disciplinari, a prescindere dall’esito nelle altre materie, “erano 5.041; nel 2009/2010 sono 8.403”.
A conferma che a fare la differenza, rispetto al passato, sia stata proprio la condotta (giudicata negativa) è un altro dato fornito sempre dal Miur: la selezione studentesca adottata dai docenti del Consiglio di Classe non sarebbe infatti stata riscontrata dalle 14.000 Commissioni allestite a livello nazionale. “Le bocciature di studenti ammessi agli Esami – ha spiegato viale Trastevere – rimangono stabili, diminuendo leggermente: quest’anno sono il 2,05%, l’anno scorso erano stati il 2,175%”.
Abbastanza stabile, seppure complessivamente in calo, risulterebbe l’esito dei voti fatti riscontare dagli studenti al termine degli Esami di maturità si abbassano. In assoluto, “diminuiscono i voti da 81 a 100 e lode: i voti da 81 a 90 diminuiscono dal 15,3% del 2008/2009 al 15,2% del 2009/2010; i voti dal 91 al 99 passano dal 6,2% al 5,2%; i 100 scendono dal 4,5% al 4%; i 100 e lode passano dallo 0,7% allo 0,6%. Rispetto al 2008/2009, i 60 diminuiscono dall’11,2% al 10,7%; i voti dal 61 al 70 aumentano dal 33,7% del 2008/2009 al 35,1%; i voti da 71 a 80 aumentano dal 28,5% al 29,3%”. Tutte variazioni, insomma, che si possono considerare minime: gli unici dati su che varrebbe la pena soffermarsi è la discesa di un punto percentuale dei voti da 91 a 99. E nel contempo, l’incremento, ancora maggiore (1,4%) del numero di voti appena sopra il minimo (tra 61 e 70).