E’ possibile che mi sbagli e, nel caso, chiedo scusa in anticipo, ma mi pare che il discernimento, come lo chiama il mio preside, sia difficile da rintracciare in molti che parlano di scuola in questi giorni.
L’articolo del Corriere che appare oggi sulla home page del quotidiano è offensivo. Il giornalista sostiene che la paura del contagio avrà la meglio sugli esami in presenza e, neanche tanto velatamente, suggerisce che i docenti, come al solito, hanno poca voglia di lavorare.
Ho incontrato i miei studenti nel parco vicino a casa mia fino a quando mi è stato consentito, faccio lezioni online programmando al meglio una didattica che comprendo essere necessariamente diversa, sono in contatto costante con famiglie-colleghi-dirigente, seguirò i miei studenti come ho sempre fatto anche ben oltre la conclusione della scuola superiore. Ho 55 anni e non vorrei scegliere fra un esame in presenza il cui valore sta nell’ossequio alla tradizione e la paura del contagio di una malattia che nella mia regione ha fatto 3.614 decessi. Vorrei, piuttosto, che qualcuno provasse concretamente a parlare attraverso una mascherina chirurgica in una stanza d’estate in una scuola della Pianura Padana senza aria condizionata.
Il Ministro suggerisce in un’intervista una ripresa a settembre che, per le scuole superiori, alterni lezioni in presenza e lezioni a distanza. Bagno di realtà, se si tiene conto delle strutture scolastiche e della possibile ripresa dei contagi. Non ci vedo nessuno scandalo. Alcuni sedi universitarie hanno già annunciato ai loro studenti che proseguiranno le lezioni online fino a gennaio.
I genitori da anni ci chiedono di utilizzare le nuove tecnologie per avvicinare il mondo dei ragazzi, molti docenti mostrano entusiasmo verso queste nuove possibilità. Ecco l’occasione perfetta per andare oltre il libro cartaceo.
Certo un po’ meno perfetta quando ti accorgi che tuo figlio adolescente è abilissimo nell’uso dei social ma, lasciato a se stesso, senza la guida attenta dell’insegnante che lo richiami e gli dica di aprire il libro, è molto meno abile nell’uso delle risorse digitali per lo studio. Forse si potrebbe rivalutare il ruolo dell’insegnante e magari anche quello del libro cartaceo.
I sindacati fanno da parte loro una richiesta che sembra avere la priorità su tutte, un piano di nuove assunzioni per ridurre il numero di alunni per classe, presentando cifre che non sarebbero sostenibili neanche in una situazione ben più favorevole dell’attuale. E’ così da quando mi ricordo. Poco ma per tanti, conseguito il ruolo la categoria non offre più alcun interesse. Da qui anche la scarsa considerazione sociale di cui godono i docenti e di cui molti articoli sono oggi la dimostrazione.
Il discernimento consiglierebbe di svolgere esami di maturità a distanza per evitare rischi inutili e risparmiare molti soldi, il discernimento consiglierebbe di predisporre l’inizio del nuovo anno scolastico in modalità mista per le scuole superiori, il discernimento consiglierebbe di utilizzare questo tempo per realizzare una piattaforma digitale unica per tutte le scuole verificando strumenti e connessioni disponibili agli studenti, il discernimento consiglierebbe di occuparsi non solo dei concorsi ma anche di un contratto scaduto da anni che, fra le altre cose, formalizzi e regoli la DAD.
Lucetta Dodi
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