Abbiamo lasciato alle nostre spalle le care, vecchie aule, lo scorso 4 marzo. L’anno scolastico 2019/2020, malgrado tutto, volge al termine, e a quanto pare la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina intenderebbe far svolgere l’Esame di Stato (“di maturità”) in presenza. Esame limitato alla sola prova orale. Ma, adesso, persino il Consiglio superiore della pubblica istruzione avanza delle riserve: «Senza un protocollo di sicurezza dettagliato e prescrittivo per garantire la salute gli esami si facciano online».
Mi siano concesse delle brevi considerazioni. Con il dovuto rispetto, ho l’impressione che la ministra Azzolina sopravvaluti i mezzi a disposizione della scuole e soprattutto sottovaluti l’età media del personale scolastico (dirigenti, docenti, personale di segreteria, ecc.).
Insomma: temo che ci saranno un bel po’ di assenze per malattia.
O meglio, per evitare la malattia (da virus). I dirigenti scolastici – datori di lavoro – appaiono preoccupati. Inquieti. Il gioco vale la candela?
E poi: da un lato si proclama l‘imprescindibile utilità della formazione a distanza tramite piattaforme educative e dall’altro non si può fare a meno dell’esame (orale) “dal vero”? Gli esami della secondaria di I grado (scuola media), invece, si faranno “in video”. Meglio così.
Ma, al di là di tutto, se davvero la ministra Azzolina intende far svolgere gli Esami di Stato in presenza, perché allora non prevederne e pianificarne – per tempo – lo svolgimento, solo a seguito di test sierologici per tutti gli studenti impegnati, per le commissioni e per il personale scolastico?
E intanto, credo che ci si debba attivare, senza perdere un istante, per far sì che per il prossimo anno scolastico tutti gli alunni e gli studenti delle scuole italiane siano dotati dei necessari strumenti tecnologici per la didattica a distanza, e tutti i docenti delle fondamentali, necessarie competenze. E il Paese, ovviamente, sia dotato di una rete Internet capillarmente distribuita e adeguatamente efficace ed efficiente.
Ciò detto, naturalmente, nell’auspicio di poter ritornare, al più presto, nelle nostre vecchie aule scolastiche. E comunque, gli imprevisti non fanno parte del percorso. Gli imprevisti sono il percorso, a volte. E questa, naturalmente, è la vita.
Leandro Janni
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