Categorie: Alunni

Maturità, l’importanza della tesina al colloquio orale: occhio a non essere banali

Una volta superato lo scoglio degli scritti, per i maturandi 2016 sarà il momento di concentrarsi sulla prova orale.

La mappa concettuale dovrà tuttavia essere pronta sin dal giorno della prova di italiano, per essere consegnata alla commissione.

Da quella, partirà il colloquio, che dura solitamente all’incirca 45 minuti. Di questi però soltanto un quarto d’ora è dedicato all’esposizione della tesina, anche in versione multimediale: dunque è bene che lo studente si eserciti sin da subito ad illustrare la sua mappa entro i tempi prestabiliti.

L’interrogazione, che spesso preoccupa più di ogni altra prova i ragazzi specie per la presenza di commissari esterni, vuole valutare la padronanza della lingua, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite nel corso dei cinque anni e l’abilità nel collegarle, argomentando. Dunque ci si aspetta che il candidato sappia discutere ed approfondire sotto vari aspetti i diversi argomenti contenuti nella mappa concettuale.

La tesina può dire molto alla commissione del candidato, soprattutto agli esterni che non conoscono il profilo scolastico e le capacità di chi hanno di fronte, sulle modalità di lavoro e su come l’alunno sappia sfruttare concretamente le proprie conoscenze accademiche.

 

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I collegamenti presenti nella mappa devono essere immediati: è meglio non inserire affatto una materia piuttosto che collegarla in modo forzato, facendola stridere con il resto del lavoro che deve invece risultare armonioso.

È da evitare, assolutamente, la banalità. Meglio un lavoro originale che rispecchi il profilo accademico e psicologico dello studente piuttosto che una tesina qualsiasi, magari scopiazzata da Internet.

Altro rischio da scongiurare è quello di dilungarsi eccessivamente: come già detto, il tempo dedicato all’esposizione della propria mappa è piuttosto scarno, dunque non si può approfondire troppo ogni argomento presente. Ciò non significa che bisogna essere superficiali, bensì essenziali.

In questo modo potrebbero essere gli stessi professori a voler approfondire poiché incuriositi, ed è sempre bene dar loro l’opportunità di farlo, così da sapere più o meno dove potrebbe andare a parare l’interrogazione.

 

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Giulia Mirimich

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