Tutte le scuole stanno facendo le corse per la scelta dei commissari degli esami di Stato, che, lo sappiamo, quest’anno sono tutti interni, con presidente esterno.
Una domanda ieri circolava via Meet, in vari consigli di classe.
E se, per caso, si scopre che un commissario è positivo al Covid 19?
Ovvia la preoccupazione, non solo per la persona eventualmente coinvolta, ma anche per le altre persone, cioè gli altri commissari.
Considerando i vicoli e gli incroci imposti dall’Ordinanza, una sostituzione prima degli esami sarà possibile, nel rispetto però del puzzle, per le possibili sovrapposizioni.
Ma poi ci sarà la possibilità delle suppletive, sempre nel rispetto dell’eventuale quarantena.
Tutti stiamo chiedendo esame in presenza, sapendo bene le regole da rispettare.
In presenza per la commissione, ed in presenza, su precisa convocazione, per i nostri studenti, sapendo del grande valore di questi esami per loro, valore forse più simbolico che reale, come rito di passaggio, di una prova finale cioè che pone fine alla loro adolescenza.
L’eventuale, invece, positività imporrà esami a distanza, sapendo della problematicità formale, facilmente attaccabile con ricorsi, per l’assenza di intersoggettività?
Per non dire dell’obbligo di nuova sanificazione dei locali della scuola.
Ma la variante estrema già la conosciamo.
È quella che è stata prevista per i candidati esterni, i quali potranno sostenere l’esame sono dopo la fine dell’emergenza, con gli esami a settembre.
Incrociamo le dita, dunque, con qualche buona preghiera.