E alla fine la storia venne riproposta. Dopo un solo anno di stop (in realtà però era contenuta nelle altre proposte di traccia), la traccia di storia verrà nuovamente inserita alla maturità e ciò sarà un primo passo per la ridefinizione della materia all’interno dei vari cicli scolastici con nuovi programmi e una nuova periodizzazione.
Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, nei giorni scorsi, aveva promesso un’intesa attività di riflessione in tal senso: la Repubblica, in un articolo pubblicato oggi, sabato 26 ottobre, annuncia, che la traccia di storia sarà nuovamente tra quelle proposte ai maturandi. E proprio dalle colonne del quotidiano nazionale, lo scorso 25 aprile, fu lanciato un appello da Andrea Giardina, Andrea Camilleri e Lilliana Segre per ridare dignità allo studio della Storia in scuole e università.
A La Repubblica, il ministro dell’Istruzione annuncia la svolta: “Siamo riusciti a reintrodurla sotto la prova di tipo B, che prevede l’analisi e la produzione di un testo argomentativo. La nostra nuova clausola dispone che una delle tre tracce incluse nella prova di tipo B sia obbligatoriamente dedicata alla storia. Prima la commissione poteva scegliere se dedicare le tracce alla storia o alla filosofia, alla letteratura o all’arte. Adesso la storia non è più facoltativa, ma diventa obbligatoria”.
Il rischio, comunque, è che la traccia di storia rimanga, comunque, la “Cenerentola” tra quelle proposte. Negli ultimi anni, infatti, era stata scelta, in media, dal 3% degli studenti.
Per Fioramonti, però, questo è solo il primo passo: “Sì, è solo il primo passo di un percorso che prevede il rafforzamento dello studio della storia nelle scuole di ogni ordine e grado. La storia non può essere solo una sequela di date di battaglie da mandare a memoria, ma il racconto di un’evoluzione umana in ambiti che ancora ci riguardano”.
E sul possibile aumento delle ore dice: “Questo è un argomento spinoso. Per ora cerchiamo di utilizzare al meglio le ore che ci sono, magari valorizzando la conoscenza storica come asse portante di tutte le discipline scolastiche”
Sulla centralità della storia contemporanea, infine, dice: “Il Novecento deve acquistare centralità, ma non può essere trascurato il percorso storico precedente. Ora partiamo con il confronto con gli studiosi, poi passeremo a una fase attuativa. E a partire dal 2022 conto di consegnare alla scuola italiana una nuova periodizzazione e una nuova modalità di studio della storia. Il mio obiettivo è ottenere una periodizzazione diversa che consenta agli insegnanti dell’ultimo anno di dedicare le lezioni di storia all’intero Novecento: non solo le due guerre mondiali con fascismo, comunismo e nazismo, ma anche il periodo che resta sempre nell’ombra ossia il secondo dopoguerra, il processo di industrializzazione, il boom economico, la globalizzazione”.
Nell’intervista esclusiva rilasciata alla Tecnica della Scuola lo scorso 14 ottobre, Fioramonti aveva già parlato di cambiamenti per la maturità. Dopo aver premesso che “la questione è importante, ma non è possibile che ogni ministro che arriva cambi l’Esame di Stato”, perché la novità da apportare “rischia di diventare un elemento di narcisismo: basta un decreto ministeriale”, il ministro dell’Istruzione aveva fatto intendere che potrebbe cambiare anche la terza prova, quella del colloquio: “Sulle buste, che è un elemento formale più che sostanziale, stiamo valutando quale intervento fare. Perché le buste, è vero, seppure garantiscono trasparenza, necessitano di tempo e risorse. E io vorrei evitare che ore e ore si perdessero per cercare di distribuire quesiti. Mentre le commissioni devono dedicarsi alla valutazione e all’Esame degli studenti. E non fare delle ‘lotterie’”.
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