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Maturità, parte la campagna anti-bufale: la Polizia postale vigila

Per il sesto anno consecutivo, a due giorni dall’avvio della maturità del 2014, prende il via la campagna di sensibilizzazione rivolta ai maturandi contro “bufale” e leggende metropolitane: l’iniziativa è della Polizia delle Comunicazioni ed ha il preciso obiettivo di evitare che gli studenti, oltre a perdere tempo prezioso, possano anche rimetterci denaro alla ricerca della soffiata giusta.

Negli ultimi anni, grazie all’approdo generalizzato delle tecnologie on line, le voci incontrollate su anticipazioni delle tracce ministeriali si sono moltiplicate. Ecco allora nascere forme di comunicazione che “viaggiano” sugli stessi strumenti tecnologici preferiti dai giovani per veicolare i messaggi, ad iniziare daglii smartphone: tutte le bufale vengono esaminate e rivelate attraverso un video informativo. Gli operatori del Commissariato di Pubblica Sicurezza On line, l’ufficio virtuale della Polizia delle Comunicazioni, sono inoltre a disposizione dei maturandi per rispondere a quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in rete nelle ore immediatamente precedenti la prima prova del 19 giugno.

“L’esame di maturità è uno dei primi banchi di prova per i nostri giovani – afferma Antonio Apruzzese, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – , pertanto quello che mi sento di consigliare ai ragazzi è di non inseguire sulla rete le false notizie relative alla diffusione anticipata delle tracce d’esame. Altrimenti, si corre il rischio di perdere tempo prezioso e la concentrazione necessaria per affrontare una prova così importante”.

Come se non bastasse, da una ricerca svolta dal portale Skuola.net, che ha coinvolto oltre 2.500 studenti, emerge un persistente grado di disinformazione da parte di chi si appresta a sostenere l’esame. Infatti non mancano coloro (circa il 29%) che contano sulla comparsa in rete delle tracce d’esame prima dell’inizio della prova. Come anche c’è chi è convinto di avere il telefono sotto controllo dalla Polizia (circa il 23%) oppure che i professori siano armati di rilevatori di smartphone (circa il 15%). Fortunatamente quasi tutti sono consapevoli delle regole da rispettare per superare l’esame: 9 su 10 sanno che usare lo smartphone comporta l’esclusione dalla prova.

Alessandro Giuliani

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