Attualità

Maturità, perplessità e scetticismo ingiustificati

Dunque, scuole a settembre e gli esami di maturità solo orali il 17 giugno. Ma orali in presenza. Scelta giusta, quella degli orali in presenza, e non virtuali. Del resto, la calendarizzazione dei colloqui, secondo tempi distinti, già avveniva gli anni scorsi.

Solo che quest’anno questi colloqui saranno un’unica prova.
Vedremo come, in attesa della nuova Ordinanza.

È importante che questa prova in presenza venga garantita, perché, lo sappiamo, non è solo una prova tra le tante, ma è un rito di passaggio dei nostri ragazzi che segnerà la fine della loro adolescenza, per nuove scelte di vita.

Non capisco, sinceramente, certe perplessità che leggo sui social da alcuni docenti e presidi. Stabilite le regole, noi dobbiamo dimostrare che siamo in grado, oltre alla DaD, di organizzare bene anche questi colloqui.

Si chiama responsabilità, si chiama competenza, si chiama condivisione.
Non deve cioè prevalere, come invece ho visto nelle parole del premier Conte di ieri sera, l’idea di un certo paternalismo di Stato che, alla fine, lascia ai virologi la decisione finale.

No, i virologi devono dire la loro, ma poi il contesto sociale generale deve pretendere uno sguardo complessivo che poggi, appunto, sulla responsabilità di ciascuno.
Anche sui timori di riapertura delle scuole dovremmo pensare positivo.

E non dare per scontato che non ci fidiamo gli uni degli altri, lasciando il compito delle nostre decisioni solo allo Stato.

No, una volta date le regole da rispettare, dobbiamo invece fidarci, imparare a fidarci, e chi dovesse comportarsi in modo non corretto è giusta la certezza del diritto, e della pena.
Non possiamo cioè delegare la nostra dignità personale agli scienziati-tecnici, ma fidarci e affidarci di ciascuno.

No, dunque, allo scetticismo di Stato, un po’ troppo comodo perché deresponsabilizzante. Per cui, non possiamo nemmeno guardare con timore e tremore alla possibile riaperture delle scuole.

Impariamo a considerare il rischio come parte di noi stessi, impariamo a gestirlo con intelligenza e motivo della comune ricerca del meglio per tutti e per ciascuno.
Perché questa è la vita.

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Gianni Zen

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