Un altro caso di ricorso al Tar da parte della famiglia di una studentessa scontenta del risultato ottenuto a scuola dalla propria figlia. Stavolta il caso, riportato da Il Giorno, riguarda un’alunna che si è diplomata con 100 alla maturità 2023, lo scorso anno.
La ragazza, però, voleva la lode e si è rivolta al Tar per annullare tutti gli atti “nella parte in cui non è stata attribuita”. Secondo la 19enne i commissari avrebbero preso una decisione “illogica e irragionevole”, senza valutare il curriculum con le “imponenti attività extra scolastiche”.
I giudici, però, hanno respinto il ricorso. Il Ministero dell’Istruzione prescrive che “la commissione all’unanimità può motivatamente attribuire la lode”. “Può”, non “deve”. I commissari della scuola in cui la ragazza ha conseguito il diploma hanno introdotto un ulteriore criterio, per riconoscere la lode a chi avrebbe dimostrato “in occasione delle prove di possedere riferimenti culturali extra scolastici che denotino un atteggiamento di vivace e attenta curiosità, nonché il desiderio di approfondimento e un’ottima capacità critica”.
In questo modo, hanno tradotto i giudici, la commissione ha richiesto un “quid pluris” rispetto alla preparazione necessaria per ottenere il massimo dei voti. Al termine dell’esame, i commissari si sono divisi: in 4 hanno proposto la lode, mentre gli altri 3 hanno detto di no; in assenza dell’unanimità, la lode non è stata attribuita.
Per il Tar, “un’eccellente carriera scolastica, un esame scritto brillante e un’encomiabile discussione sono le condizioni per il conseguimento di una votazione (100/100), mentre non possono essere considerati il lasciapassare per l’attribuzione della lode”.
E ancora: “La norma evidenzia il carattere premiale ed eventuale, nonché eccezionale, della lode, la cui attribuzione è rimessa alla decisione della commissione, in presenza di due condizioni e con il vincolo della presenza dell’unanimità dei commissari”. Da qui “discende, per un verso, che la decisione di non assegnare la lode non deve essere motivata e, per altro verso, che la determinazione della commissione è caratterizzata da ampia discrezionalità”.
Nel caso specifico, la “capacità critica” della studentessa, la rielaborazione dei “contenuti acquisiti” e la “trattazione pluridisciplinare ampia e approfondita” sono bastate alla diciannovenne per arrivare a 100, ma non per avere la lode. In mancanza di ‘quid’ rappresentato dalla “brillantezza culturale”.
Un caso simile ha riguardato una studentessa di un liceo di Genova, che ha fatto ricorso perché credeva di meritare la lode. Anche in quel frangente i giudici del Tar hanno bocciato il ricorso e hanno condannato la studentessa a pagare 3600 euro di spese legali.
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