Quasi mezzo milione di famiglie italiane impegnate nella maturità deve far fronte a spese non indifferente. È quanto emerge da una ricerca di Skuola.net, che ha chiesto ai maturandi quanto stanno spendendo per prepararsi alle prove. Ebbene, conti alla mano, i costi extra possono superare anche le 600 euro.
Ecco la lista degli esborsi extra: ripetizioni private (per uno studente su due), materiale didattico e contributi richiesti dalle scuole. Ma non solo. E comunque i dati della maturità 2014, inoltre, sono peggiori rispetto al 2013.
Secondo il sondaggio, effettuato su 1.500 maturandi, un ragazzo su tre è chiamato a versare oltre 60 euro di contributo volontario alle scuole. Un anno fa la soglia dei 60 euro veniva superata da un candidato su quattro: va ricordato che il contributo resta volontario, non come le tasse d’esame, e che quindi potrebbe non essere versato. Ma i ragazzi, sotto esame, non si mettono a questionare tanto sui costi, specie con la scuola che li deve esaminare e poi promuovere.
Le ripetizioni giovano, certo, ma non solo agli studenti: anche alle tasche degli insegnanti privati visto che, in periodo di esame, quasi un ragazzo su due ammette di affidarsi alle ripetizioni private contro una percentuale del 2013 pari al 30%. E i costi non sono da sottovalutare, anzi, corrispondono alla voce di spesa più pesante per il caro-maturità considerando che un’ora di prof privato costa almeno 30-35 euro. Ebbene il 15% seguirà oltre 12 ore di lezione, imbarcandosi in una spesa non di poco conto che parte da circa 420 euro (12 ore da 35 euro ciascuna) e che, un anno fa, veniva sostenuta dalla metà dei ragazzi con una percentuale del 7%. In aumento anche coloro che frequenteranno fino a 12 ore, in un anno si è passati dal 23% al 29%. Come mai tante ore private? Forse la spiegazione è da cercare nel sempre minor numero di corsi di recupero organizzati dalle scuole.
Sotto esame, per ripassi dell’ultima ora e approfondimenti vari, capita anche di dover comprare nuovo materiale didattico. E allora ecco che circa 4 ragazzi su 10 sono pronti a sostenere anche quest’ulteriore spesa. Il 13%, ben il doppio rispetto allo scorso anno, spenderà oltre 60 euro mentre uno su cinque supererà i 20 euro tra libri, vocabolari, bignami e schede analitiche.
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