Attualità

Maturità, “situazione senza precedenti”: ecco a cosa lavora il Ministero dell’Istruzione

L’emergenza coronavirus continua, ma pare che la pandemia, almeno in Italia, viva un leggero rallentamento. Il governo prepara il DPCM che porterà almeno a dopo Pasqua la quarantena forzata per tutti.

Il ministero dell’Istruzione, intanto, accelera in vista delle prove conclusive per la terza media e la maturità.

Secondo quanto riporta la Repubblica, si prevede un piano d’emergenza con nessun studente bocciato, senza che questo possa significare un “6 politico” per decreto ministeriale. Si sta trovando il passaggio formale per affidare ai docenti, “tenendo conto dell’eccezionalità della stagione”, il compito di promuovere nonostante i debiti in una o più materie. Che il voto ottenuto nel primo quadrimestre sia stato “5”, sia stato “4”.

La Maturità sarà semplificata. Il livello dell’intervento si conoscerà il 15 aprile, il mercoledì del rientro post-Pasqua.

IPOTESI RIENTRO 6-8 MAGGIO

Di fronte a un rientro a scuola intorno al 6-8 maggio – ipotesi oggi ritenuta “remota” -, il diploma superiore prevederà l’ammissione per tutti all’esame finale. Come non ci saranno bocciati dalla prima elementare alla quarta liceo, non si leggeranno “non ammessi” alla Maturità.

In questo caso la prima prova sarebbe mercoledì 17 giugno, il classico “tema” di italiano su base nazionale. Più complicata appare una prova unica sempre su scala nazionale. Le chiusure differenziate non hanno consentito la stessa preparazione sul territorio. Le tracce della doppia prova dovrebbero, quindi, essere proposte dalle singole commissioni. A fine giugno potrà partire l’orale finale, per un esame considerato “assimilabile” ai precedenti.

IPOTESI RIENTRO DOPO IL 17 MAGGIO

Lo scenario, più probabile, però, è un altro: se non si dovesse rientrare a scuola entro il 17 maggio salterebbe tutto. Niente prove scritte. Tutta la prova in questo caso sarà centrata sul colloquio orale, che a quel punto “dovrà essere rafforzato”. I dirigenti teorizzano un orale lungo almeno un’ora e irrobustito da esercizi matematici o traduzioni, a seconda del tipo di percorso.

Due le date possibili: 17 giugno o 1 luglio. Entro metà luglio tutto dovrà essere concluso. L’orale, a differenza degli scritti, può essere fatto in sicurezza anche in un periodo come questo con l’emergenza ancora in atto: convocazioni singole senza testimoni. Come ultima soluzione esiste la possibilità di un colloquio a distanza.

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Andrea Carlino

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