Le commissioni dell’esame di maturità non vanno modificate: a pensarla così sono i 753 docenti che, dal 4 dicembre scorso al 13 gennaio, hanno partecipato a un sondaggio online condotto dalla Gilda degli Insegnanti.
Il questionario, pubblicato nei siti www.gildains.it e www.gilda-unams.it con l’ausilio del software specializzato SurveyMonkey, è composto da cinque domande riguardanti l’ipotesi, dettata da esigenze di risparmio economico, di cambiare la composizione delle commissioni esaminatrici. Contro l’introduzione, molto probabile, di soli commissari interni ai quali non corrispondere alcuna retribuzione aggiuntiva si è espresso l’85,66%.
A motivare il no secco dei docenti non è unicamente la mancanza di compensi accessori per i commissari: secondo l’83% dei partecipanti al sondaggio, infatti, l’introduzione della commissione interna potrebbe creare disparità di valutazione tra i maturandi delle scuole statali e quelli degli istituti parificati.
Il 79,81% ritiene che il modello attualmente in vigore, che prevede commissioni miste, debba essere mantenuto perchè la compresenza di membri esterni, che valutano la prestazione dei maturandi all’esame, e interni, che nel loro giudizio prendono in considerazione anche l’intero percorso di studi dei candidati, garantisce un maggiore equilibrio.
Bocciata dall’85,52% anche l’ipotesi, alla quale secondo indiscrezioni starebbe pensando il Governo, di insediare commissioni con docenti interni alle scuole ma non titolari sulle classi quinte (Q4). Nettamente maggioritaria, infine, la percentuale dei docenti – 75,56% – in disaccordo con l’eventuale abolizione del valore legale del titolo di studio, uno scenario verso cui la modifica delle commissioni di maturità potrebbe rappresentare il primo passo.
Il test della Fgu-Gilda degli Insegnanti conferma i risultati ottenuti dal nostro sondaggio già nel mese di ottobre al quale hanno partecipato oltre 2.000 lettori.
Lo riproponiamo qui di seguito
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