Ha fatto scalpore la notizia di qualche giorno fa relativa alla docente che avrebbe fatto copiare gli studenti nel corso della scorsa seconda prova scritta dell’esame di maturità con tanto di soluzioni degli esercizi di matematica attaccate sulla schiena.
Come riporta La Repubblica, dopo la denuncia di alcuni studenti, è arrivato anche un provvedimento disciplinare per la docente: quest’ultima è stata sospesa per un mese. Ad annunciarlo agli studenti e alle studentesse che segue ora sarebbe stata proprio lei, commuovendosi e incassando anche la solidarietà di qualcuno.
Intanto, tramite un messaggio rimbalzato di chat in chat nei giorni scorsi, i rappresentanti d’istituto hanno invitato i compagni a non parlare con la stampa: “Vi chiediamo di non rilasciare dichiarazioni per il bene della scuola”.
Anna Paola Sabatini, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale aveva spiegato che il fatto è stato portato all’attenzione dell’ex Provveditorato “a settembre inoltrato”. E “subito è scattata un’ispezione – prosegue Sabatini – chiusa da qualche settimana”.
Non sono state “ravvisate le condizioni per consentire la ripetizione dell’esame”, ma è stato mandato tutto “all’autorità giudiziaria”.
L’ispezione ministeriale a Spadafora aveva accertato qualcosa di simile, una irregolarità particolarmente grave e di cui già da tempo si parlava all’interno dell’istituto e non solo: una docente della scuola, insegnante di storia e filosofia, avrebbe comunicato agli studenti della classe l’argomento con cui sarebbe iniziato l’esame orale.
La vicenda aveva avuto inizio già a luglio: a seguito di un esposto della famiglia di una studentessa l’ufficio scolastico regionale aveva disposto una ispezione rilevando il comportamento non propriamente lecito della docente (e degli studenti che avevano accettato di buon grado di conoscere in anticipo gli argomenti del colloquio).
La docente incriminata adesso è stata trasferita in un liceo di Messina e rischia 6 mesi di sospensione. “Sbagliando – afferma un suo collega – a volte, metto un 5, anche se uno studente merita 4, per paura di ferire la sua autostima. La mia collega, forse, ha commesso una leggerezza, dovuta anche al troppo amore nei confronti degli studenti, a cui ci affezioniamo e a cui vogliamo bene. E ricordo che tantissimi anni fa, un uomo, estremamente buono, il più buono del mondo, che ha fatto solo del bene e che amava incondizionatamente tutti, è stato messo in croce. Ecco, nessuno andrebbe mai crocifisso. E spero che questa esperienza serva ai ragazzi anche per imparare ad amare il prossimo e a preferire il dialogo allo scontro”.
Un collaboratore scolastico, ha chiuso la giornata con una riflessione: “C’è di peggio – dice – È stata un’esperienza. Un’avventura che un giorno i ragazzi racconteranno con il sorriso sulle labbra. Adesso, per loro, arriveranno le vere e reali preoccupazioni, come trovare un lavoro e cercare di non farsi sfruttare da nessuno”. Ma davvero l’amore per gli alunni può giustificare atti contrari alle leggi?
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