Ancora un’inchiesta della procura per delle ipotesi di “brogli” effettuati in scuole parificate nel corso della maturità.
Stavolta a finire nel mirino dei magistrati, sarebbe stato l’istituto superiore “Domani” di San San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno: l’istituto scolastico privato per ragionieri e geometri, scrive l’Ansa, è finito dapprima al centro “di un’ispezione del ministero dell’Istruzione, che ha ravvisato anomalie nella gestione della terza prova a quiz dell’esame di Stato e segnalato il caso alla procura della Repubblica di Ascoli”. E poi sotto la “lente” della procura della Repubblica.
Sulla vicenda, resa pubblica dal Resto del Carlino, la procura ha infatti aperto un fascicolo di indagine contro ignoti, ipotizzando il reato di abuso d’ufficio: l’inchiesta però è appena cominciata, e il ventaglio delle ipotesi di accusa potrebbe ampliarsi.
L’ipotesi è che ad alcuni studenti, alle prese con la terza prova, il cosiddetto ‘quizzone’, che a differenza delle prime due prove viene elaborata direttamente dalla commissione d’esame, sarebbe stato “comunicato preventivamente un codice per poter rispondere correttamente al test a risposta multipla. Ad esempio – scrive ancora l’agenzia di stampa -, se la risposta giusta era la seconda, la domanda iniziava con una parola di due lettere (‘Un’, ‘Il’, ‘La’); se la risposta corretta era invece la quarta, la prima parola del quiz era composta da quattro lettere”.
A questo punto, gli accertamenti riguarderanno l’operato dei docenti interni alla scuola privata e dei commissari esterni.
Interpellato dal ‘Carlino’ il dirigente della Scuola Domani, il prof. Vincenzo Jorio, si dice certo che tutte le prove si siano svolte correttamente.
”Non sappiamo ancora nulla nello specifico – ha detto il preside -, se non il fatto che è arrivata una lettera dell’Ufficio scolastico regionale in cui si comunica che gli esami proseguono con riserva”. Alla ‘Domani’ sono iscritti circa 200 allievi, per lo più studenti lavoratori. Negli ultimi anni l’istituto ha registrato un aumento delle iscrizioni pari al 30% ma secondo Jorio solo perché la sede ”si è trasferita nel centro di San Benedetto”.
Intanto, il caso probabilmente si allarga: gli ispettori del Miur, intervenuti ancora a seguito di una segnalazione, avrebbero individuato prove sospette anche un istituto scolastico della provincia di Fermo, su cui è competente la procura locale.
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