Quasi il 97% degli studenti del quinto anno delle scuole superiori sarebbe stato ammesso agli esami di maturità: la stima è dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi, che ricorda anche come il dato sia sostanzialmente in linea con il passato. Un risultato complessivo che, sempre per l’associazione, non deve comunque far pensare che nella scuola pubblica italiana non via sia meritocrazia.
“L’elevata percentuale di maturandi di quest’anno, dato peraltro in linea con quello degli anni precedenti e che nel Lazio sfiora il 97% non deve assolutamente sorprendere o addirittura far pensare che la scuola italiana sia un diplomificio”, sostiene Mario Rusconi, presidente ANP-Lazio.
“È invece frutto del lavoro fatto dagli insegnanti durante i cinque anni delle scuole superiori e soprattutto durante il primo biennio quando i ragazzi, spronati dai docenti, sono fortemente incitati a studiare con motivazione e impegno”, sostiene l’ex preside dell’istituto Newton di Roma.
“Chi arriva alla fine del quinto anno – continua Rusconi – sicuramente è abbastanza preparato per sostenere l’esame di Stato, ovviamente con esiti diversi che variano singolarmente da ragazzo a ragazzo, frutto sia dell’impegno individuale, sia del lavoro degli insegnanti che puntano alla formazione complessiva, al raggiungimento delle conoscenze, delle competenze e del senso di responsabilità da parte degli studenti”.
Una percentuale decisamente maggiore di esiti negativi, ricorda il rappresentante dei presidi, si registra negli anni scolastici precedenti, in particolare “nei primi due anni delle scuole superiori si riscontra un forte tasso di abbandono scolastico, che a Roma è di circa il 5% e per l’intero Lazio è pari al 4%”.
E non è un buon segno, considerando anche che a livello nazionale la dispersione scolastica si attesta sul 15%, mentre in altri Paesi europei è vicina al 10%, soglia indicata dall’Unione Europea.
“Al neo ministro Bussetti – conclude Rusconi – chiediamo particolare attenzione al problema dispersione-abbandono scolastico, con l’auspicio che vengano da subito approntati progetti e iniziative per incrementare la permanenza degli adolescenti italiani nelle scuole sottraendoli, conseguentemente, alla volontà di allontanarsi definitivamente dagli studi”.
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