Gli esami di maturità sono tutti sbagliati e da rifare: andrebbero cambiati introducendo delle prove “personalizzate”, da realizzare al computer, e l’orale finale sulle scelte post-diploma, così da consentire “l’accesso alla Facoltà universitaria prescelta dallo studente saltando i test di ingresso”. La proposta è contenuta nel focus “Dare un senso all’Esame di Stato“, realizzato dall’Istituto Freud di Milano che ha interpellato la gran parte dei circa mille iscritti.
La maggioranza dei ragazzi che hanno espresso il loro giudizio ritiene che la valutazione derivante dalle attuali prove d’esame, due scritte e un orale, “sia troppo attinente al credito conseguito nel triennio terminale della scuola superiore” e quindi “comprensibilmente le Commissioni sulla base di tre giorni di prove più o meno conferma la valutazione data in tre anni”.
Secondo i ricercatori dell’Istituto Freud, i giovani preferiscono che la maturità diventi più incisiva sulla loro carriera futura: per questo motivo, l’esame complessivo “andrebbe riformato in maniera radicale perché possa diventare un passaggio concreto e con un senso”.
Il focus ha evidenziato che le due prove scritte andrebbero sostituite da una prova al computer, però diversa per ogni indirizzo di studi ed il cui risultato potrebbe essere valutato utile come prova di ammissione alla facoltà in ragione del tipo di verifica affrontata. Il colloquio, invece, dovrebbe essere incentrato sulle scelte future di vita.
“Per lo scontato titolo di maturandi (circa il 99% degli ammessi alle prove lo acquisisce ndr) si spendono circa 150 milioni di euro ogni anno e sarebbero soldi che probabilmente si potrebbero adoperare in maniera più utile per la scuola perché sono buttati via”, sostiene Daniele Nappo, direttore dell’Istituto Freud.
Inoltre, Nappo ritiene che l’esame di maturità di oggi sia considerato “una prova superficiale da quasi tutte le università italiane, le quali poi adoperano dei test di accesso completamente autonomi che rilevano capacità diverse e vengono presentati contestualmente alla preparazione al diploma. Con la stranezza – conclude il direttore – che alcuni studenti trascurano la preparazione di fine quinto anno concentrandosi sul superamento dei test accademici“.
L’ipotesi che l’attuale impostazione delle prove di fine secondaria possa avere fatto il suo tempo è stata espressa anche da oltre 1.000 (l’83%) dei 1.300 lettori che hanno partecipato ad un recente sondaggio proposto agli addetti ai lavori dalla Tecnica della Scuola.
Molti lettori hanno fatto osservare che le prove della maturità 2023, due scritti e il colloquio finale, non rappresentano più una valutazione adeguata al mondo che sta cambiando. Più di qualcuno ha detto che si tratta ormai quasi di un rito di passaggio, che va ri-tarato alle esigenze venutesi a creare con l’esplosione delle nuove tecnologie, dei social e dei nuovi modi di apprendere.
Infine, va ricordato che anche i sondaggi dicono che la maturità rappresenta la fine di un ciclo scolastico che lascia nell’incertezza la maggior parte degli studenti che si diplomano: secondo un’indagine condotta da Skuola.net e Gi Group nell’ambito della seconda edizione dell’osservatorio “Giovani e Orientamento”, pochi sono coloro che hanno una idea chiara su cosa fare una volta terminata la scuola superiore.
Lo studio ha coinvolto un campione di 3.000 ragazze e ragazzi delle scuole secondarie superiori, tra cui 1.000 maturandi intercettati nel corso degli esami di Stato. Solo 1 maturando su 5 sostiene di sapere perfettamente cosa fare mentre la restante metà del campione (46%), pur avendo in mente delle opzioni di scelta, ha ancora qualche incertezza su come muoversi.
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