Il cantante Max Pezzali, ex membro degli 883, in questi giorni è di nuovo sulla cresta dell’onda grazie ad alcuni live negli stadi che stanno avendo grande successo. Il 57enne è stato intervistato da La Repubblica, ai cui microfoni ha discusso di modernità, nostalgia degli anni Novanta e nuove tecnologie.
“La modernità è bella, ma solo se hai vissuto anche il periodo precedente”, ha detto. E, sull’intelligenza artificiale: “Alt, quella la difendo. O almeno ci voglio sperare: l’IA ci libera da tutte le occupazioni umane noiose e ripetitive, e lo farà sempre di più perché su quello che già c’è, sull’esistente, è imbattibile. E a quel punto la gente dovrà svegliarsi e sobillare la propria parte creativa, uscire dalla pigrizia mentale”, ha affermato. Si tratta di una visione ottimistica, che potrebbe applicarsi anche alla scuola.
L’intelligenza artificiale riuscirà a dare qualità alla scuola togliendo di mezzo le incombenze dei docenti, la burocrazia, i carteggi, le riunioni interminabili, i vari adempimenti? Si potrà finalmente dare spazio alla didattica, facendola tornare protagonista? I ragazzi usciranno dal torpore culturale tipico degli ultimi anni?
“Fosse per me, tornerei agli sms a pagamento. Da quando tutto è accessibile a tutti, questa specie di dissing continuo ha dilagato e soprattutto ha contagiato tutto il resto, la politica in primo luogo, oppure l’informazione. Io resto dell’idea che sarebbe stato meglio fermarsi prima: so bene che era impossibile, ovvio. Io sono ancora di quelli che fanno l’abbonamento digitale ma il giornale dev’essere quello di carta, con la gerarchia delle notizie che qualcuno ha scelto e che mi propone. Quando mi ritrovo cascate di cose tutte uguali buttate lì, salta in aria il senso di tutto quanto”, ha aggiunto Pezzali.
Ospite dell’ultima puntata di “Torre di Babele“, programma in onda su La7 condotto da Corrado Augias è stata ospite Milena Gabanelli, giornalista, autrice e conduttrice. Quest’ultima ha parlato di democrazia e uso di Internet e dei social, tirando in ballo i docenti.
Ecco le sue parole: “Insegnare nelle scuole a usare questi strumenti, Internet e i social, dove i ragazzi si informano e che frequentano, è cruciale. Innanzitutto, bisogna formare gli insegnanti, che dovranno a loro volta insegnare. Dovrebbe essere materia obbligatoria, non un corso una tantum, dove bisogna innanzitutto dire che quando ci si informa sui social bisogna innanzitutto guardare chi scrive”, ha detto.
Al momento l‘intelligenza artificiale sarà studiata come materia curricolare, con lezioni, interrogazioni, verifiche e voti. Questo quanto avverrà in un istituto di istruzione superiore della provincia di Ancona, nelle Marche.
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