“Riteniamo inaccettabile l’imposizione di un maxi emendamento alla Commissione Cultura del Senato. Questo atto significa il disprezzo della discussione e il rifiuto dell’ascolto -afferma Alberto Campailla, portavoce di LINK Coordinamento Universitario – tanto più che alcuni emendamenti presentati dai parlamentari nella Commissione andavano nella giusta direzione di tutela per coloro che hanno conseguito l’abilitazione, e, al contempo, di coloro che non ne sono in possesso ma che comunque vogliono accedere al mondo dell’insegnamento.”
“In primo luogo riteniamo negativo il fatto che il piano di assunzioni non abbia subito modifiche sostanziali – dichiara Alessandra Operamolla, presidente dell’associazione ADAM . Esso infatti ancora esclude tutti gli abilitati di seconda fascia, tra cui PAS e TFA, che invece avrebbero diritto all’assunzione, in virtù della selezione e degli esami affrontati per conseguire l’abilitazione (TFA) oppure in virtu dei loro anni di servizio (PAS). Il Governo ha ignorato tutte le proteste e le mobilitazioni di queste settimane in tutta Italia per chiedere il riconoscimento del valore concorsuale del TFA.”
“La conseguenza di questa ingiustizia – continua Operamolla – sarà che gli abilitati dovranno concorrere ad un concorso che verrà bandito nel dicembre 2015.
E solo contestualmente e limitatamente a tale concorso ai titoli di abilitazione TFA e PAS potrà essere riconosciuto un cospicuo punteggio. Troviamo ingiusto che chi ha affrontato spese e selezioni molto dure per abilitarsi debba concorrere nuovamente per un numero limitato di posti, che, peraltro, non sono sufficienti a coprire le reali esigenze del sistema scolastico italiano. Tutto ciò, unito al limite intollerabile di 36 mesi posto dal ddl per il servizio effettuabile su posto vacante e disponibile, condanna questa fascia di docenti meritevoli ad essere espulsi dal sistema scolastico.”
“Non si comprende la volontà del Governo – aggiunge Daniela Servello, Coordinamento TFA II ciclo – di avviare un ulteriore concorso – dispendioso sia per i corsisti che per lo Stato stesso – che metterebbe al bando circa 60.000 posti (On. Coccia un mese fa parlava addirittura di 80.000 unità) e che costringerebbe i 75.000 docenti abilitati di seconda fascia ad un’ulteriore selezione (si pensi , ad esempio, ai pluriselezionati docenti abilitati tramite TFA).
E’ evidente che Il numero dei docenti da assumere tramite concorso risulta di poco inferiore al numero dei docenti già ampiamente formati dallo Stato tramite i percorsi abilitanti (che siano PAS o TFA) per poter svolgere la professione di insegnante e riteniamo, quindi, opportuno mettere in luce la totale mancanza di volontà da parte del Governo nel voler stabilizzare i docenti precari abilitati tramite un piano di assunzioni pluriennale, richiesto a gran voce da molte associazioni in diverse occasioni (si pensi alle audizioni alla camera del 2/04/2015).”
“Questa soluzione – aggiunge Campailla – non tutela affatto i neolaureati e i non abilitati che saranno esclusi dal concorso 2015 e per i quali la prospettiva è di dover aspettare il prossimo concorso nella speranza che nel frattempo venga attivato un sistema di abilitazione transitorio. Un piano pluriennale di assunzioni per gli abilitati abbinato ad un concorso – corso per non abilitati avrebbe risolto questo problema, soddisfacendo le esigenze del sistema scolastico per questo triennio, in attesa che i vincitori del primo concorso – corso conseguissero l’abilitazione. Inoltre, nonostante il numero di crediti per accedere al concorso – corso sia sceso a 24 siamo ancora convinti che il requisito d’accesso a tale concorso non debba prevedere CFU di materie didattiche e che è molto più ragionevole che questi siano conseguiti durante il percorso di abilitazione contestualmente al tirocinio.”
“Riteniamo inaccettabile – ribadiscono i portavoce delle Organizzazioni – l’atteggiamento di chiusura al dialogo dimostrato dal Governo. L’unico provvedimento che veramente dovrebbe esser fatto d’urgenza è proprio quello sulle assunzioni rispetto al quale noi chiediamo lo stralcio, come ribadito in più occasioni. Non riteniamo accettabili le giustificazioni fornite dal premier rispetto alla necessità di tenere le assunzioni nel DDL scuola. Ci appare chiaro invece come esse siano solo un pretesto per giustificare l’imposizione di un provvedimento non condiviso.”