La scuola rimane il cruccio, forse il più grande, di Matteo Renzi: il premer lo ha fatto intendere il 25 ottobre, durante la trasmissione Porta a porta.
Ribadendo un concetto espresso qualche settimana fa, alla domanda su quali sono gli errori commessi dal suo governo, Renzi ha risposto così: “sulla scuola non ha funzionato molto”.
E ancora: “Certo, anche io o fatto degli errori: ho sbagliato a comunicare sulla scuola. Come ho sbagliato sul referendum a personalizzare troppo”.
Il presidente del Consiglio ha quindi aggiunto: “ne abbiamo fatte talmente tante di cose che qualcuna non ci è andata bene“. E nella lista degli errori commessi c’è anche la scuola. Anche perché con il tempo, rispetto ai “mal di pancia” precedenti alla riforma, culminati con lo sciopero storico del maggio 2015, il malcontento e le critiche non sono scemate.
Rimane però da capire quali sono gli aspetti della riforma da rivedere, a cui si riferisce Renzi. Sempre commentando la riforma della scuola, la Legge 107/15, il 15 settembre scorso Renzi disse: “riconoscere che sulla Buona scuola non tutto ha funzionato come avremmo voluto, non è debolezza ma constatazione della realtà. Su questo avremmo preferito fare in modo diverso”.Anche in quell’occasione, il premier non entrò nel merito dei passaggi a vuoto della riforma.
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Di sicuro, il riferimento non era alle assunzioni. Renzi, nell’occasione, disse infatti che “per venti anni i politici hanno illuso gli insegnanti di avere un contratto a tempo indeterminato e poi li hanno spezzettati in tante supplenze. Noi abbiamo detto basta”.
Forse, però, al premier potrebbe non essere andata a genio la gestione dei trasferimenti dei neo-assunti. È vero che, sempre a metà settembre, disse che “siccome abbiamo moltissimi insegnanti del Sud e gli allievi sono soprattutto al Nord, una soluzione andava trovata, anche con forme di conciliazione, e chenon è che possiamo improvvisamente trasferire gli studenti dal Nord al Sud per non far spostare gli insegnanti”. Ma è anche vero che sui tanti trasferimenti dei docenti spostati di provincia o regione, lasciò trapelare qualche ammissione di colpa: “ciò che può essere modificato e migliorato lo faremo“.
E così è andata, visto che ancora in questi giorni si stanno completando le assegnazioni provvisorie di un nutrito numero di docenti.
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