Ancora pochi giorni e il nuovo accesso alle Facoltà di Medicina, dove la grande maggioranza dei candidati continua ad essere respinta, avrà finalmente una dimensione più chiara. La curiosità è notevole, perché sembra che non si vada più verso il superamento dell’attuale numero chiuso, come invece inizialmente era trapelato. E’ assai probabile che il modello vada a mutare anche l’accesso che avverrà con il nuovo ‘Tolc’, il i Test on line Cisia che prevede l’accesso selettivo a distanza, previsto dalla riforma dell’ex ministra Cristina Messa e al via il prossimo 13 aprile.
Le ultimissime dichiarazioni della ministra dell’Università, Anna Maria Bernini fanno intendere che non avremo alcuna cancellazione del numero chiuso: sabato 18 marzo, parlando a Napoli con i giornalisti a margine di un incontro di Forza Italia, di cui fa parte, la ministra ha detto che “ad aprile terminerà il nostro tavolo di lavoro e si prevede un ampliamento dell’accesso, come ci hanno anticipato, tra il 20 ed il 30 per cento“.
Nello stesso tempo, ha aggiunto Bernini, “lavoreremo sulle scuole di specializzazione perché non sarebbe giusto e corretto nei confronti degli studenti aprire la porta al corso di laurea e non dare loro l’opportunità di accedere poi ai corsi di specializzazione “.
Si aggiunge così un altro pezzo di precisazioni su cosa dobbiamo aspettarci, dopo la lettera inviata ad inizio 2023 dalla stessa ministra dell’Università a Il Corriere della Sera, subito dopo avere istituito una commissione con il compito di studiare le nuove modalità di accesso e di proporre nuove soluzioni in primavera.
Bernini aveva scritto che l’intenzione è quella di “esaminare ed approfondire le criticità afferenti alla carenza di medici e professionisti sanitari nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, a misurare l’entità del fenomeno e a individuare le cause e le possibili soluzioni, con particolare riferimento alla necessità di garantire un acceso sostenibile alle professioni sanitarie”. Così da accogliere tanti aspiranti medici sulla base di quanti ne richiedono effettivamente ospedali, studi e ambulatori.
“Mancano i medici, manca il personale sanitario come la pandemia ha evidenziato. Eppure – ha continuato la ministra – non possiamo aprire in automatico le porte delle università a tutti. Oggi abbiamo la necessità di capovolgere il meccanismo: partendo dal nuovo fabbisogno effettivo di medici e sanitari, dobbiamo adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario. È con questo approccio” con l’idea dell’accesso ‘sostenibile’, “che abbiamo istituito al ministero dell’Università e della Ricerca un gruppo di lavoro con tutti gli attori in campo, dal mondo accademico, al ministero della Salute, alla Conferenza delle Regioni che, insieme agli ordini professionali, definiscono il fabbisogno di medici”.
L’obiettivo, ha continuato la numero uno del dicastero dell’Università e della Ricerca, è “dare una risposta alla richiesta attuale di professionisti da parte del servizio sanitario e del mondo produttivo, compresa l’industria farmaceutica, biomedicale, delle scienze della vita, e che al tempo stesso consideri la capacità di risposta dei nostri atenei. Lo stesso deve ovviamente valere per le scuole di specializzazione, il cui ingresso va organizzato sul fabbisogno del Paese. Con la collaborazione di tutti vogliamo, entro il primo trimestre di quest’anno, offrire una prima risposta per definire un programma di accesso alla facoltà di Medicina ragionato ed efficace”, ha concluso la ministra Anna Maria Bernini.
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