Ieri, 10 dicembre, moltissimi ragazzini, un centinaio, grazie al tam tam via social, si sono dati appuntamento in un centro commerciale del bolognese, il Gran Reno di Casalecchio, per assistere ad un concerto abusivo di un trapper, Medy Cartier. Purtroppo in questa cornice ha avuto luogo una maxi rissa.
Come riporta Il Corriere della Sera alcuni giovani spettatori si sono resi protagonisti di diverse risse con tanto di uso di spray al peperoncino, lancio di bottiglie di vetro e qualcuno in mezzo alla folla ha pure messo mano al coltello. Il bilancio è di almeno a due feriti e uno svenimento oltre ad alcuni furti.
Come riporta La Repubblica Medy Cartier nei giorni scorsi aveva chiamato sui social il suo pubblico per presentare il nuovo album, invitando i fan a venire e “invadere tutto”. Il cantante, che era stato arrestato nel 2021 per una rapina a Riccione, rischia altri guai per il concerto non autorizzato.
Il trapper bolognese prende le distanze: “Mi state scrivendo in tanti chiedendomi cosa sia successo – osserva nelle ‘stories’ sul suo profilo Instagram -: mi sembra giusto fare chiarezza. Ieri sera sono passato nella mia città a far sentire la mia musica, ad incontrare i miei fan cercando di regalargli un bel momento. Davanti ai miei occhi ho visto solo felicità. Mi dispiace – prosegue – che si siano creati dei disordini prima che arrivassi per colpa di poche persone che non sanno divertirsi ma mi dispiace ancora di più che ci siano persone che pur di fare hype o un contenuto virale su Tik Tok siano disposte a tutto. A far male al prossimo e a parlare di cose mai successe”.
Quindi, argomenta ancora il cantante, “ho sempre fatto del bene con tutti, non ho mai fatto parlare male di me ma se per essere virali, famosi, riconosciuti per qualche minuto dovete fare tutto ciò non usate il mio nome per favore. Imparate il rispetto, provando a parlare di morti inesistenti avete ucciso me”. Poi, rivolto ai suoi fan, continua. “Non è bello. Pensate come sto io da ieri vedendo bugie sul mio nome dopo che volevo solo fare una cosa per vedervi stare insieme”.
Inutile dire che è scoppiato un forte dibattito sull’educazione dei giovanissimi. Ecco alcuni dei commenti apparsi su Facebook. “Prima o poi a non dare peso a questi soggetti, ci scappa il morto”, “Abbiamo creato una generazione di trogloditi….la colpa è nostra”, “Questi cominciano ad essere tanti: un pericolo per i nostri figli e per la nostra visione della società”, “Questi sono gli esempi da seguire?”.
Lo psichiatra Paolo Crepet ha recentemente riflettuto sull’influenza della musica trap sui giovanissimi: “Trap vuol dire droga”. Il cantante Frankie hi-nrg mc lo ha incalzato: “Questa è una sua deduzione, non è vero. Nessuno che ascolta la trap diventa assassino”.
“Non lo è, è slang inglese. Se vogliamo avere una visione buonista va benissimo. Chi ascolta la trap diventa un drogato, diventa uno che usa un certo tipo di psicofarmaci. No? Sono tutte persone che vanno in convento?”, ha concluso con sarcasmo.
Quanto contribuisce la musica, e soprattutto i testi delle canzoni, nel plasmare l’universo identitario dei ragazzi? In tempi di frequenti episodi di violenza tra giovanissimi bisognerebbe riflettere sul messaggio che i personaggi famosi, tra cui cantanti e attori, trasmettono?
Qualcosa si è mosso a Castelfranco Veneto: qui, l’11 settembre, si sarebbe dovuto esibire il rapper milanese Niki Savage in vista dell’inizio della scuola, dedicata a ragazzi dai 14 ai 18 anni. Ma così non è stato: dopo le proteste da parte del mondo degli “adulti” il concerto è stato annullato.
Di recente c’è chi punta il dito contro un certo tipo di musica, e soprattutto di testi delle canzoni: il trap. Lo ha fatto l’attrice Cristiana Capotondi: “Ma l’avete ascoltata la musica trap, di come viene trattata la donna nella musica trap? La ascoltano gli adolescenti. Di che ci sorprendiamo se un giovane di 22 anni considera una donna come un oggetto tale per cui ti tolgo la vita”, ha detto a In Altre Parole su La7.
Il 29 novembre è uscito l’attesissimo Spotify Wrapped, il riepilogo dell’anno della musica ascoltata da ogni utente fornito dalla piattaforma Spotify. In Italia, come riporta Il Corriere della Sera, il cantante di sesso maschile più ascoltato è, per il terzo anno consecutivo Sfera Ebbasta, davanti a Geolier, Lazza, Shiva e Guè.
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