Nella giornata di oggi 23 agosto il dibattito politico si è concentrato all’interno della cornice del Meeting di Rimini, la manifestazione organizzata ogni anno dalla fondazione “Meeting per l’amicizia fra i popoli” in cui vari ospiti discutono di temi culturali, religiosi e politici. Oltre Giorgia Meloni e Enrico Letta hanno preso parola anche Matteo Salvini e Antonio Tajani. Anche quest’ultimi hanno discusso a proposito di tematiche care alla scuola.
Come riportano SkyTg24 e l’Ansa il leader della Lega ha parlato dell’attuale crisi economica e delle conseguenze che potrà avere sulle famiglie degli alunni italiani, proponendo una soluzione: “Estendere alle medie e alle superiori” la previsione “che i libri di testo siano gratuiti o detraibili”: questo, sostiene, comporterebbe “poca spesa e molta resa”.
Poi l’ex Ministro dell’Interno ha discusso a proposito delle modalità di accesso all’università, proponendo l’accesso libero a Medicina sul modello francese: “La selezione non la fai prima di cominciare con il test a crocette, ma alla fine del primo anno in base ai voti e ai meriti”, ha detto facendo eco alla proposta dei giorni scorsi dall’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, di centrosinistra, bocciata dall’attuale ministra dell’Università Cristina Messa.
Si è discusso molto anche di scuola paritaria, a proposito di cui è intervenuto Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia: “Serve un bonus, troppe scuole non statali stanno chiudendo perché strangolate da una politica a loro contraria”, ha affermato prima di ribadire che bisogna “creare lavoro e mettere i giovani nelle condizioni di lavorare” lasciando perdere il reddito di cittadinanza così come delineato da Giorgia Meloni.
“Ogni singolo giovane deve essere formato permettendogli di fare ciò che più gli piace. Questo è l’elemento fondamentale. E ogni famiglia italiana deve essere libera di scegliere tra scuola statale e non statale”, ha specificato.
In quanto al mondo accademico Tajani ha parlato del problema del nepotismo e dei, purtroppo numerosi, “baroni” che vi insegnano, ragione per cui occorre “riformare l’università”.
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