Categorie: Politica scolastica

Meglio tardi che mai…

“Nella battaglia per tutelare il personale danneggiato dalla riforma, fa un certo effetto trovarsi in compagnia di quelle stesse sigle che per anni hanno sostenuto che non facevamo sindacato”.

Si toglie un po’ di ‘sassolini’ dalle scarpe Marcello Pacifico, presidente Anief, quando apprende dell’iniziativa dei sindacati rappresentativi di voler impugnare davanti al Tar del Lazio il decreto che esclude dalle immissioni in ruolo i docenti abilitati, in particolare quelli in possesso dei requisiti previsti dalla Corte di Giustizia Europea: ricorda che per anni, più di una volta dai quegli stessi sindacati, stiamo parlando di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, sono arrivate forti critiche perché l’Anief “utilizzava l’arma ‘impropria’ del tribunale. Il tempo, però, si sa, è galantuomo. Soprattutto con chi, come l’Anief, è riuscito a inanellare vittorie su vittore nelle aule di giustizia. Portando a casa risultati concreti e tangibili”, dice oggi Pacifico.

“È la riprova, sostiene il sindacato autonomo, che a linea assunta dall’Anief sulla riforma della scuola – per via delle gravi mancanze, le troppe incongruenze e gli alti profili di incostituzionalità – si conferma sempre più valida: dopo aver ottenuto dai giudici del Consiglio di Stato l’inserimento di 4mila diplomati magistrale nelle GaE, con l’ultima sentenza vincente, la n. 3788/15, emessa solo poche ore fa, stavolta il giovane sindacato convince i Confederali e le altre sigle di maggiore rappresentanza della categoria, che rompono gli indugi e ricorrono unitariamente contro il mancato inserimento nel piano straordinario di tanti docenti abilitati esclusi”.

Risultano davvero molti simili a quelle dell’Anief le motivazioni dei ricorsi, avanzate dai sindacati rappresentativi: in particolare, quella per la violazione, nella riforma, dei principi della Commissione Europea sulla stabilizzazione dei precari abilitati e con oltre 36 mesi di servizio. Come risultano analoghi i modelli di domanda cartacea, per accedere comunque al piano di assunzioni, che Anief ha già ha messo a disposizione dei ricorrenti dalla scorsa settimana.

 

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Ma quella assunta da Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda è una linea che assume la fisionomia battagliera dell’Anief, anche su altri passaggi della riforma: come per l’illegittima esclusione dalle immissioni in ruolo, nella parte dei posti relativi al ‘potenziamento’, del personale docente della scuola dell’infanzia, ma anche per la totale “dimenticanza” tra le tipologie di personale da assumere degli amministrativi, tecnici e ausiliari. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la volontà di impugnare “la mancata tutela della libertà d’insegnamento, la chiamata diretta, il cosiddetto merito”, oltre che le “numerose incursioni in materia contrattuale, illegittime e sanzionabili”.

Insomma, la Buona Scuola è riuscita nel realizzare quello che sino a qualche tempo fa sembrava un quadro impossibile: mettere sulla stessa “barca” anche i sindacati più lontani.

 

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Alessandro Giuliani

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