Un uomo che studia è un uomo libero: è questo il senso dell’intervento della premier Giorgia Meloni, condotto sabato 15 aprile in una scuola italiana ad Addis Abeba. L’intervento completo della presidente del Consiglio – all’inizio era trapelata solo la frase “ragazzi, studiate sempre” – , è stato reso note con un video pubblicato in serata: “Non bisogna mai smettere di studiare, perché – ha detto la premier – non c’è libertà più grande di quella che ti dà la conoscenza. Quando tu sai, non c’è nessuno che può prenderti in giro. Non c’è nessuno che può prendersi gioco di te. Quando tu studi, quando impari, lo fai per essere libero, perché la conoscenza è la prima forma di libertà”.
Meloni ha tenuto a specificare di non essere “un professore” e di non avere “lezioni da impartire”. Però, ha voluto raccontare un aneddoto accaduto pochi minuti prima: “Mentre entravo nella Scuola una bambina piccola mi ha chiesto: ‘senta, posso fare una domanda? Io vorrei essere il prossimo Presidente. Come si fa?’. Teoricamente la risposta è “non lo so”. Ma vi dico quello che ho imparato io”. Che, appunto, “la conoscenza è la prima forma di libertà”.
“L’altra cosa che ho imparato nella vita – ha proseguito – é che non sono gli altri che decidono qual è il tuo destino: sei tu che decidi dove vuoi arrivare, sei sempre e solo tu. È quello che è accaduto a me – non che mi fossi data questi obiettivi – ma ho sempre pensato che dovevo fare qualsiasi cosa al meglio delle mie possibilità, farlo nel migliore dei modi possibili, farlo con sincerità, con dedizione e anche con disponibilità al sacrificio. Questo mi ha portato a essere la prima donna Presidente del Consiglio in Italia, magari potevo arrivare da un’altra parte, il punto è: voi potete arrivare ovunque”.
“L’unica cosa che non dovete accettare – ha concluso Meloni – sono limiti che gli altri hanno deciso per voi. Siete voi che decidete quali sono i vostri limiti, siete voi che decidete quali sono i vostri traguardi. E, una volta che l’avete deciso, voi studiate e quei traguardi si possono raggiungere”.
La premier è intervenuta nella scuola italiana Galileo Galileo: un istituto frequentato da circa 900 alunni dalla scuola dell’infanzia alle superiori (due gli indirizzi, geometra e scienze umane), che opera da più di cinquant’anni e non si è fermato né durante la pandemia né nei due anni di guerra civile, quando la maggior parte degli occidentali ha lasciato l’Etiopia, né durante la pandemia da Covid-19.
La scuola all’inizio era scelta “perché era la più economica” ma oggi è “una scuola di eccellenza”, dicono con orgoglio dirigenti e professori dell’istituto: “il 90%” dei ragazzi va a completare gli studi in Italia. Poi spesso tornano, futuri manager anche delle molte imprese italiane presenti sul territorio.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…
Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…
Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…
La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…
Frequentemente si confondono due termini: bravata e reato. In realtà si tratta di due situazioni ben…
Continuano le prese di posizione sulle parole pronunciate dal ministro Valditara in occasione della inaugurazione…