Nella capitale era diverso tempo che non si verificavano casi di meningite: negli ultimi giorni, però, la situazione è cambiata.
Prima, nei giorni natalizi, a Roma è venuta a mancare una maestra di 59 anni della scuola primaria ‘Cesare Battisti’ del quartiere della Garbatella, colpita da meningite da meningococco (rivelatasi quindi non contagiosa).
Nelle ultimissime ore, è venuta a mancare anche un’altra persona, sempre per la stessa diagnosi: a morire di meningite, al policlinico Umberto I, è stato un 50enne originario di Alatri, paese della provincia di Frosinone, ricoverato in gravi condizioni il 31 dicembre scorso. L’uomo da diversi giorni aveva febbre molto alta.
Nel nosocomio resta ricoverata – dal 31 dicembre – anche una 14enne originaria di Palestrina, altro paese vicino Roma, colpita da meningococco in corso di “tipizzazione”. La meningite della ragazza, ha detto il direttore del dipartimento di Medicina interna e malattie infettive Vincenzo Vullo, a quanto è emerso dagli accertamenti, è causata da meningococco.
“Alla ragazza – conclude Vullo – sono stati somministrati farmaci, e le sue condizioni sono già migliorate”. Tutti i familiari stanno facendo la profilassi, anche se i parenti non riescono a spiegarsi dove la ragazzina possa essersi contagiata: dal 20 dicembre non andava più a scuola, il liceo linguistico di Olevano. “E’ uscita con noi per le feste – ha raccontato lo zio al ‘Messaggero’ – e un’altra volta, il 28 dicembre per andare a fare le prove delle recite con una compagnia teatrale amatoriale”.
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Intanto, a livello nazionale, le notizie non sembrano rassicuranti: solo negli ultimi due giorni ci sono state tre persone ricoverate in Toscana, una a Genova, una a Sulmona ed una a Brescia.
Tuttavia, per il direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Gianni Rezza, “non c’è una situazione di allarme”, perché in Italia rimangono in media circa 1.000 i casi di infezione da meningite l’anno: nel 2016, in particolare, non sono stati rilevati incrementi di casi di meningite rispetto al periodo precedente (2001-2015). Anzi, per Rezza “è un grave errore dire che siamo in presenza di un’epidemia di meningite”.
Fa eccezione la Toscana, “dove c’è stato un aumento di casi per uno stesso ceppo virulento di meningococco C”. Bisogna pertanto distinguere: “Quella toscana è una situazione che va seguita, ma per il resto – conclude Rezza – tutto rientra purtroppo nella normalità, ed a questo punto è più che mai importante mantenere alta la copertura vaccinale”.
Per il direttore dell’Iss, tuttavia, per tutti rimane fondamentale ricorrere alla vaccinazione come unica arma per prevenire o attenuare le conseguenze della malattia.
Ogni anno in Italia sono circa mille le persone colpite dalla meningite e solo 10% di chi la contrae non sopravvive. Il 50-60% dei pazienti guarisce completamente, mentre il 30% sopravvive riportando conseguenze anche molto gravi (15 bambini su 100 hanno complicanze così gravi da richiedere protesi acustiche o degli arti, riportano cicatrici invalidanti, seri problemi alla vista, deficit neuro-motori) con un costo umano, sociale e sanitario altissimo.
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