Categorie: Politica scolastica

Meno alunni iscritti, è il momento buono per eliminare le classi pollaio: non di ridurre i prof

Cala il numero di iscritti perchè anche gli stranieri fanno meno figli? Bene, allora è giunto il momento di tornare a classi con un numero normale di alunni.

Abbandonando la linea delle classi pollaio degli ultimi anni. A chiedere l’inversione di tendenza – senza nemmeno pensare di ridurre gli organici dei docenti – è Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, a commento delle ultime proiezioni Miur sulle iscrizioni dei prossimi anni anni, in base alle quali si attende la riduzione di 700mila alunni.

“Il trend in flessione del numero degli alunni dovrebbe condurre – sottolinea Turi – alla soluzione di almeno un problema: riportare il numero di alunni per classe almeno ai livelli europei. La denatalità e conseguente riduzione degli alunni, si scontra con un altro paradosso tutto italiano: il 60% circa dei docenti ha più di 50 anni, rappresentando i più anziani d’Europa.  Anche il rapporto alunni /docenti è più alto rispetto alla media europea”.

“L’unico parametro sotto la media europea è la retribuzione che vede i docenti italiani all’ultimo posto solo dopo la Grecia. Sono tutti dati che portano a una constatazione chiara – spiega Turi –  la politica scolastica degli ultimi anni, è stata completamente avulsa da  elementi di programmazione e completamente delegata ai ministeri economici e alle politiche finanziarie dei tagli lineari e della riforma pensionistica”.

 

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Per il sindacalista Confederale, “è arrivato il momento di una inversione di tendenza a cui la politica è chiamata a dare risposte, a partire dal rinnovo del contratto con cui superare, almeno alcuni dei tanti paradossi del sistema scolastico italiano”. 

La media di studenti per docente deve tener conto almeno di due fattori che non esistono negli altri paesi: la presenza degli insegnanti di sostegno e quella degli insegnati di religione cattolica.

Riguarda al numero di alunni per docente, la Uil Scuola, ricorda, infine, che il rapporto italiano è sì pari a 11,49 studenti per docente (dato medio). Ma “se consideriamo anche la presenza dei docenti di sostegno ( non presenti in tutti gli altri sistemi scolastici). il rapporto passa a 14,07. Se poi prendiamo in considerazione l’ulteriore nostra specificità della presenza dei docenti di religione, il rapporto si innalza a 14,71, una cifra superiore alla media europea”.

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Alessandro Giuliani

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