Invarianza di spesa per la scuola: questa la proposta Uil Scuola che sarà portata all’incontro con il ministro dell’8 aprile.
“Abbiamo un’idea chiara – spiega Turi anticipando i temi che saranno al centro dell’incontro di questa sera al Miur – lasciare le risorse destinate alla scuola alla scuola.
“Sembrerebbe l’uovo di Colombo, se non fossimo in Italia – rilancia Turi. In una fase di contrazione del numero di alunni, invece di pensare a risparmiare sulla scuola – per l’ennesima volta – sarebbe il caso di diminuire il numero di studenti per classe, garantire il tempo pieno anche al Sud, rimodulare l’organico, eliminare l’anacronistica distinzione tra organico di fatto e quello di diritto, in questo modo eliminando sostanzialmente il precariato e riportare gli stipendi di tutto il personale a livelli adeguati”.
Il segretario generale Uil Scuola prosegue: “Questo Governo ha una buona occasione, congiunturale, ma deve saperla cogliere: riportare la scuola ad una dimensione di considerazione e qualità. Questo anche in termini di investimenti necessari per la crescita economica e sociale del paese”.
Turi ricorda tal proposito che l’Italia è tra i paesi europei che spende meno per il suo sistema di istruzione, ricordando anche che il Governo è impegnato nella predisposizione del Def, il documento di programmazione economica per il prossimo anno.
“Dove vogliono mettere gli eventuali risparmi? Possibile che si pensi sempre a contrarre gli organici? A risparmiare sugli stipendi? A chi servono i soldi della scuola?”
Ma all’incontro si parlerà ovviamente anche di regionalizzazione: “L’unità nazionale del Paese e della sua scuola sono fondamentali – ribadisce Turi – la nostra raccolta firme che ha raggiunto centinaia di migliaia di firme, è partita dalle scuole e sta entrando nelle città, è sostenuta da tantissimi cittadini preoccupati delle sorti del nostro sistema di istruzione”.
Infine Turi ricorda che alla base dello sciopero proclamato per il 17 maggio sono legate le tematiche della “stabilità del lavoro per il personale precario, e alle professionalità e valorizzazione del personale Ata”.
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