E poi collegamento, scrive Il Sole 24 Ore, con il mondo del lavoro, incentivando programmi di «Erasmus in azienda» e percorsi di laurea in apprendistato, avvio di un rigoroso sistema di valutazione di istituti e personale scolastico, legando le carriere dei professori al merito e rimodulando l’accesso all’insegnamento.
Confindustria spinge per un cambio di passo sull’istruzione, è stato detto senza titubanze ieri all’università Luiss di Roma alla «Prima giornata dell’Education», presente la ministra, Stefania Giannini.
I ritardi del nostro sistema educativo, sottolineano gli industriali, sono sempre gli stessi: l’autonomia scolastica è, nei fatti, lettera morta; gli studenti sono poco orientati (e formati) per il lavoro; c’è poca cultura del merito e della valutazione; sono sempre meno gli iscritti all’università, c’è un alto tasso di abbandono, e il bilancio del Miur è quasi interamente dedicato al pagamento di stipendi (e ciò non lascia spazio a investimenti in didattica e ricerca). Di qui, ha incalzato Confindustria, bisogna affidare maggiori poteri e autonomia a presidi e atenei. Va ridotta di un anno la durata del curriculum scolastico (da 13 a 12 anni) e almeno il 25% dei corsi universitari vanno erogati in lingua inglese.
Il punto è migliorare la didattica e «declinare l’innovazione nel mondo dell’Education perché questa è la strada per una maggiore competitività», per cui la sfida è una maggiore contaminazione con il mondo delle imprese, rendendo obbligatoria l’alternanza negli istituti tecnici così come il progetto del Governo prevede, raddoppiando le ore di formazione on the job da circa 90 a 200 ore l’anno.
Ma c’è pure tra le proposte la riduzione di un anno del curriculum scolastico: da 13 a 12, bloccando l’iper-centralismo del Miur a favore di un’effettiva autonomia delle scuole: didattica, organizzativa, finanziaria.
E poi l’abolizione definitiva delle graduatorie per anzianità incentivando «valutazione e merito» ma rimodulando gli stipendi dei professori in base a orari, servizio, funzioni, conseguimento di obiettivi specifici; di riformare la modalità di reclutamento dei dirigenti scolastici; di dare vita a un rigoroso Sistema Nazionale di Valutazione, potenziare l’Invalsi.