Il calo di nascite, anche tra gli stranieri, sta procurando effetti a cascata in tutta la società. Ad iniziare dalla scuola. In Italia, in un quinquennio sono stati persi solo nella primaria qualcosa come 42 mila alunni, l’8%, quasi un alunno ogni dieci. E la tendenza non si ferma: il prossimo anno scolastico, si aprirà con quasi 70 mila allievi in meno rispetto agli attuali. La proiezione, sui dieci anni, è di almeno 800 mila alunni in meno.
Le ripercussioni si avranno anche sugli organici della scuola: a meno che non si decida di cogliere l’occasione per ridurre il numero di alunni per classe, il sempre più probabile esubero del personale docente e Ata, costringerà molti lavoratori a cambiare sede, a causa della perdita della titolarità, oppure rimarranno in servizio a disposizione come soprannumerari.
Il pericolo incombe, insomma.
La rivista Tuttoscuola ha ricordato, però, uno studio della Fondazione Agnelli secondo il quale non in tutta Europa si assiste ad un calo degli iscritti a scuola. Prendendo come punto di riferimento i dati del 2015 e proiettandosi verso il 2030, si registreranno incrementi nel numero di alunni in Svezia, nel Regno Unito e in Germania, mentre in Francia la popolazione scolastica dovrebbe rimanere costante. In calo, con l’Italia, ci sarebbe invece la Spagna.
Sempre la rivista, ha chiesto misure urgenti e concrete, una sorta di ‘Piano Marshall’, per sostenere la natalità.
Una richiesta portata avanti da tempo dal Forum delle Associazioni Familiari: siamo di fronte ad “un’emergenza che – ha detto il Presidente nazionale del Forum Famiglie, Gigi De Palo – può essere affrontata solo con un Patto per la Natalità: quello che da tre anni il Forum Famiglie ha ripetuto e proposto a tutti i partiti politici e a tutte le realtà economiche e sociali che ha incontrato. Il tempo è scaduto”.
“Registriamo con soddisfazione l’attenzione del ministro Bussetti su questi temi. Urge un Piano Marshall che metta al centro il rilancio delle nascite, altrimenti a breve oltre alla scuola crolleranno anche la sanità pubblica, il Welfare e le pensioni”, conclude De Palo.
In effetti, nei giorni scorsi, a Verona, in occasione del Congresso mondiale delle Famiglie, il ministro dell’Istruzione ha fornito un quadro degli effetti della denatalità.
Le parole di Marco Bussetti sono state riportate anche sulla pagina facebook dello stesso ministro: “Gli italiani non fanno più figli, l’Italia non è più un Paese per giovani: da qui al 2050 le stime parlano di un possibile calo demografico del 17%. È una tragedia. La denatalità ha ripercussioni fortissime anche sulla #scuola: lo abbiamo visto dai dati di questi ultimi anni che raccontano una diminuzione del numero degli studenti”.
“Sono consapevole, da padre, che le alte spese scolastiche, in particolare l’altissimo costo degli asili nido, incidono negativamente. I futuri #genitorisono preoccupati di non riuscire a garantire una vita dignitosa ai propri figli. Stiamo lavorando per rilanciare il sistema d’istruzione. Rafforzeremo il segmento 0-6 anni. Abbiamo già disposto in Legge di Bilancio – ha concluso Bussetti – un incremento di 10 milioni di euro”.
Le UDA (Unità di Apprendimento) sono percorsi didattici integrati che collegano obiettivi, competenze e attività…
Essere insegnante significa guidare gli alunni con empatia e pazienza, costruendo un rapporto di fiducia.…
Parma sarà la Capitale europea dei giovani per il 2027, così come ha decretato l’European youth…
Proprio ieri all’università La Sapienza di Roma scontri tra Collettivi studenteschi, che si definiscono autonomi di…
Come abbiamo scritto, è tornato il Black Friday, l'occasione più propizia dell'anno per approfittare di…
I docenti di sostegno senza abilitazione affrontano sfide complesse, ma è possibile svolgere al meglio…