La denatalità comincia a fare “vittime” a scuola: diversi istituti lamentano pochi iscritti e gli Uffici scolastici sempre più spesso sono costretti ad applicare le rigide norme Tremonti-Gelmini sulla formazione delle classi, con casi sempre più frequenti, complice anche l’ultimo dimensionamento del Governo Meloni, di chiusure o accorpamenti di qualche istituto autonomo. A puntare il dito su questo fenomeno, sul finire della passata legislatura, è stato diverse volte l’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sostenendo che si tratta di un problema più serio delle classi pollaio.
Ora, ad andare verso questo destino, nel volgere di qualche anno, risultano anche scuole con una tradizione forte: come l’istituto toscano Vittorino da Feltre di Ponte a Ema, paese diviso tra i Comuni di Firenze e Bagno a Ripoli. Quest’anno gli iscritti alla prima della primaria risultano appena nove, in numero davvero esiguo e l’Ufficio scolastico non transige: niente prima, a meno che non si arrivi a 15 entro metà giugno. In certi casi si può risolvere il problema con le pluriclassi, ma non in questo.
Il Consiglio d’Istituto: non ci arrendiamo
Qualche giorno fa il Consiglio d’Istituto del Vittorino da Feltre di Ponte a Ema ha scritto e inviato una lettera-appello alle istituzioni locali e nazionali: il Comune, del resto, ha investito in quell’istituto oltre due milioni di euro, e non può passare inosservato che diversi decenni fa sui suoi banchi c’era seduto il poi campione di ciclismo Gino Bartali.
“Nella scuola – ha scritto l’organo collegiale dell’istituto toscano – l’anno prossimo non verrà attivata la classe prima elementare. Si può ancora fare qualcosa, non ci arrendiamo e chiediamo alle istituzioni e alla comunità di darci una mano. Di mobilitarsi. Una scuola è anche un quartiere. E nessuno può permettersi di lasciarla andare a morire”.
Si spiega che per il prossimo anno scolastico “ci sono state 9 preiscrizioni, l’ufficio scolastico regionale non le ritiene sufficienti a termini di legge ad attivare una classe. Il dirigente scolastico ci ha comunicato la decisione. Inutile sottolineare lo sgomento e la delusione. Ma noi non intendiamo arrenderci”.
La preoccupazione per il futuro
Il problema non è guardare ad oggi, ma al futuro. “Senza una prima classe si rischia un ‘effetto abbandono’ in grado di creare problemi e allontanare le iscrizioni anche per gli anni successivi – spiega il Consiglio d’Istituto – Sarebbe un grave danno per il quartiere di Ponte a Ema e un fallimento che chiediamo sia evitato”.
Eppure, scrivono ancora docenti, Ata, genitori e preside del Vittorino da Feltre, “durante il 2021 il Comune di Firenze ha deciso di fare importanti lavori di ristrutturazione alla Vittorino, che stanno per iniziare. Si tratta di un rilancio fondamentale per la scuola”.
Il timore è che il calo di iscritti sia dovuto non solo al basso numero di nati degli ultimi anni: “Probabilmente – si legge ancora nella lettera – il timore di qualche disagio può aver spinto molti genitori che dovevano iscrivere i figli a scuola a non farlo e a rivolgersi ad altri istituti. E il calo demografico che colpisce la nostra città e il nostro Paese ha fatto il resto”.
“Noi facciamo un appello ai genitori, a chi in questi mesi ha rinunciato all’idea di iscrivere i propri bambini alla Vittorino – si conclude -. Fatevi avanti! Ci sono 9 preiscrizioni ma occorre arrivare a 15. E ci sono 15 giorni per tornare all’Ufficio scolastico provinciale a chiedere l’attivazione della prima”.
La risposta è una “doccia fredda”
La risposta, però, è già arrivata. E non è positiva. In merito alla richiesta espressa dal Consiglio d’Istituto del Vittorino da Feltre, la dottoressa Susanna Pizzuti, dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Firenze, ha fatto sapere, scrive l’Ansa, che “in termini generali le deroghe non sono possibili, se non in situazioni particolari come per i Comuni montani. Non sono previste deroghe all’interno di un Comune come Firenze”.
Poiché per attivare una prima classe “il minimo previsto è 15 alunni, qui i numeri sono molto inferiori e quindi allo stato attuale non può essere data autorizzazione“.
La dirigente spiega anche che “le famiglie interessate hanno ricevuto dall’ufficio le informazioni utili a comprendere la situazione. Le iscrizioni sono state smistate nelle scuole vicine”.
Gino Bartali cosa direbbe?
Insomma, senza sei nuovi iscritti, anche la scuola frequentata da Gino Bartali rischia davvero di ritrovarsi con sempre meno classi e di perdere l’autonomia. Chissà cosa direbbe “Ginettaccio”, che alcuni anni fa è stato anche collocato anche tra Giusti dell’umanità, poiché durante la seconda guerra mondiale risultò silenzioso soccorritore degli ebrei rischiando la vita qualora i tedeschi l’avessero scoperto.
A quel Bartali, che qualche anno dopo con le sue gesta sportive portò l’Italia del ciclismo in cima al mondo, il 4 marzo 2017 fu intitolato il nome di un istituto scolastico, l’Istituto statale comprensivo Cortona 2, in provincia di Arezzo: “È la prima scuola in Italia che viene intitolata a Gino Bartali e mai scelta fu più indicata”, disse nell’occasione il sindaco Francesca Basanieri.