Mensa negata agli alunni, cosa ne pensano i Ministri?
Ad un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico, si torna a parlare di mense e delle esclusioni coatte adottate da alcune giunte comunali particolarmente attente ai bilanci e poco ai diritti dei bambini. L’ultimo caso, in ordine cronologico, divenuto pubblico per essere diventato materiale da programma televisivo per le “Iene”, è finito in un’interrogazione ai ministri degli Affari regionali e dell’Istruzione, per iniziativa dei deputati democratici Chiara Scuvera e Emanuele Fiano.
Ecco una sintesi dell’interrogazione parlamentare, presentata il 12 agosto, finalizzata a non privare più alcun alunno dal diritto della mensa scolastica. A Vigevano, come in tutte le scuole d’Italia.
“Si sono verificati sul territorio nazionale diversi casi di esclusione dei minori da servizi scolastici, in particolare da quello della mensa, motivati dai comuni con le difficoltà di bilancio determinate dalla rigidità del patto di stabilità. Uno dei casi più eclatanti – ricordano – è stato quello del comune di Vigevano che ha deliberato di risolvere il problema degli insoluti delle mense non solo, come sarebbe normale, con procedure esecutive nei confronti delle famiglie morose, ma escludendo dal servizio i loro bambini, arrivando poi all’eliminazione della fascia di esenzione, prima applicata tramite presentazione di ISEE, ai redditi inferiori a 22,000 euro annui. Questa decisione ha portato, nell’anno scolastico 2012-13, all’esclusione dai servizi di ristorazione di circa 150 bambini, circa la metà dei quali (84) fino all’anno scolastico precedente aveva avuto diritto alla gratuità della mensa. Nel caso di Vigevano si sono addirittura allestiti appositi locali, riservati ai bambini esclusi, in cui poter consumare un panino e niente di riscaldato, tant’è che ancora oggi si parla di classi ghetto. Questa discriminazione – già contraria all’articolo 3 della nostra Costituzione – va anche contro l’articolo 3 della convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, ratificata dall’Italia nel 1991, secondo la quale ‘in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità’. Chiediamo pertanto ai ministri interessati di avviare un monitoraggio per verificare se siano garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale i diritti civili e sociali dei bambini”.