Mensa scolastica: al Ministero non bastano i fondi
La questione del pasto del personale scolastico che presta servizio al momento della mensa dei bambini delle scuole dell’infanzia e primarie e dei ragazzi delle scuole secondarie di primo grado torna d’attualità.
Nei giorni scorsi presso il Ministero si è svolto anche un incontro fra i dirigenti dell’Amministrazione e le organizzazioni sindacali nel tentativo di affrontare (e possibilmente risolvere) i problemi che stanno emergendo dall’applicazione dell’art. 21 del recente Contratto nazionale (diritto al pasto gratuito per docenti e personale ata in servizio durante la mensa).
Il Ministero ha ammesso che i fondi disponibili sono del tutto insufficienti rispetto alle richieste di rimborso avanzate dagli Enti Locali.
Ma i sindacati (e questo lo si legge in un comunicato diramato nelle ultime ore) “hanno evidenziato come la consumazione del pasto da parte del personale non possa essere considerata alla stregua di un mero accesso ad un servizio a domanda individuale, ma una prestazione di lavoro fortemente connotata in termini educativi e di assistenza”.
Non solo, ma, secondo i rappresentanti dei lavoratori, “l’erogazione del servizio di refezione scolastica è un onere esclusivo che l’Ente Locale è tenuto ad assicurare nell’ambito delle attribuzioni in materia di diritto allo studio”.
E, per venire alla questione dell’entità del rimborso, i sindacati sostengono che “allo Stato compete l’obbligo di fornire un contributo alle spese sostenute dai Comuni per la fornitura del pasto gratuito al personale in servizio, ma non quello di un loro integrale rimborso”.
E’ molto probabile che la posizione sindacale farà insorgere l’Associazione nazionale dei Comuni italiani che già nel novembre scorso, al momento della firma del contratto, aveva sottolineato una curiosa anomalia: Aran e sindacati hanno sottoscritto un contratto che pone oneri a carico non dello Stato ma di un soggetto terzo (gli Enti Locali).
I sindacati, però, non sembrano molto sensibili ad accogliere questa osservazione dell’Anci e chiedono con insistenza che l’Amministrazione provveda a fornire alle scuole un’apposita direttiva con indicazioni utili ad una corretta e integrale applicazione dell’art. 21 del contratto.