Possiamo forse dire che ufficialmente è scattato l’allarme mensa scolastica in alcuni istituti. Infatti, come riportato molte volte anche dalla nostra testata, la cronaca di tutto il territorio nazionale è piena di chiodi nel panino, scarafaggi nelle crocchette di pesce e chi più ne ha più ne metta, con i genitori che iniziano a preoccuparsi seriamente.
Scarsa qualità dei cibi
Uno degli ultimi episodi è quello del budino alla muffa dell’istituto “Italo Calvino” di Milano, come fatto notare dal commissario mensa della scuola, che racconta a Il Fatto Quotidiano.it la vicenda che riguarda sia il budino che la pizza: “una bambina nel prenderla in mano (la pizza) l’ha fatta cadere e abbiamo scoperto della muffa. La stessa che c’era nel budino al cacao equosolidale.
Dev’essere un problema di conservazione visto che il prodotto non era scaduto. Non è mio lavoro capire che è accaduto ma in genere c’è una scarsa qualità della refezione scolastica”.
Il commissario in questione, che è anche una mamma, ha aperto la procedura del corpo estraneo come da normativa, il prodotto è stato reso a “Milano Ristorazione” in attesa di una risposta sulla questione: “Non mi convince – spiega Giovanna, il commissario – la qualità del cibo che finisce sui tavoli dei bambini: manca la volontà di migliore e di affrontare le richieste dell’utenza. Il pane ad esempio è gommoso, non ha un sapore fresco: lo segnaliamo da mesi ma non cambia nulla”.
Emergenza da Sud a Nord
Anche se non si può parlare di tutte le mense, certamente, solo dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi ci sono state moltissime segnalazioni, che sinteticamente riportiamo da Il Fatto Quotidiano: “l’8 novembre scorso i Nas hanno eseguito cinque misure di custodia per quattro responsabili di un’azienda pistoiese che forniva carne avariata anche alle mense scolastiche. Qualche giorno prima a Pescara i Carabinieri hanno effettuato controlli a tappeto in undici mense scolastiche della regione, in istituti di vario ordine e grado. In provincia di Pescara, in particolare, due i casi più gravi: in una mensa venivano serviti pasti preparati con materie prime convenzionali ma ai genitori erano stati spacciati come prodotti bio. Nel secondo caso, invece, addirittura in una scuola dell’infanzia erano presenti nei locali mensa deiezioni di volatili ed oggetti che ostruivano l’uscita di emergenza”.
“Il 24 ottobre a Castiglione è stato trovato un insetto nelle verdure servite in mensa, mentre qualche giorno prima, raccontano i genitori, era stata trovata una biglia e a Livorno sono spuntati “animaletti con le ali che non si muovevano nel pane” al circolo La Rosa. Il 17 ottobre la disavventura è accaduta ad un bambino della scuola elementare di via Inghilterra, a Quartu. Il piccolo, forchetta e coltello alla mano, ha tagliato una crocchetta di pesce ed ecco la terribile sorpresa: all’interno ha trovato una blatta”.
Il panino da casa
Anche in risposta a questi avvenimenti, lentamente aumentano i bimbi che si avvalgono del panino da casa, dopo la sentenza dello scorso anno: “Nella nostra scuola siamo partiti dal fatto che i giudici hanno riconosciuto questo diritto e abbiamo realizzato un regolamento che è sul sito, spiega la dirigente Isabella Benzoni, dell’istituto Cesare Battisti a Genova. Abbiamo fatto un’analisi del contesto, individuato gli spazi, previsto dei tavoli in refettorio in modo che non discriminino i bambini. Ho dato disposizione agli insegnanti di vigilare. Oggi sono solo sette su 180 i bambini che si avvalgono di questa facoltà ma non ho sindacato sulle possibili motivazioni dei genitori”.