Piccola bufera sulle mense scolastiche, piovono infatti in questi giorni sulla stampa locale e nazionale notizie di episodi di malfunzionamento, di assenza del servizio, per non parlare del rincaro dei costi. Un rapido sguardo alla stampa locale ci racconta che a poche settimane dall’inizio delle lezioni, il servizio di ristorazione scolastica è al centro dell’attenzione dei genitori, amministratori, docenti e dirigenti in numerose città italiane.
Sono due gli istituti comprensivi che nello scorso fine settimana hanno segnalato disservizi importanti: dalla presenza di un bruco nel piatto di riso, alla pasta non cotta, ai pomodori acidi. Il Comune, a quanto si apprende dalle dichiarazioni rilasciate alla stampa, si è attivato per i controlli del caso, rilevando per ora che si possa trattare – almeno per il bruco – di una larva tipica del riso, non dannosa per gli umani. Le scuole coinvolte hanno già attivato le rispettive commissioni mensa.
Un bambino di una delle scuole dell’infanzia della cittadina romagnola ha trovato una mosca nel piatto durante il pasto a mensa la scorsa settimana. Anche in questo caso sono scattate subito misure di controllo previste da questi casi, per cui la dirigente del comprensivo ha avvisato il Comune di Forlì. L’amara scoperta è che la normativa prevede che vengano comminate sanzioni pecuniarie solo se episodi di questo genere si ripetono più di tre volte all’anno.
Già a gennaio di quest’anno era divampata sui social e agli ingressi delle scuole la protesta dei genitori contro il nuovo appalto delle mense scolastiche del Comune di Aosta; a distanza di dieci mesi, ritornano le proteste dei genitori di una scuola primaria della città che si dicono pronti a cancellare le iscrizioni al servizio di refezione e lamentano troppe verdure e spesso bollite e scondite, cibi troppo cotti o troppo crudi, piatti che arrivano freddi al tavolo. Alcuni bambini saltano del tutto il pranzo, altri mangiano ma restano ‘affamati’ o meglio insoddisfatti del menù e il disagio si ripercuote in classe con svogliatezza e agitazione.
Qualche settimana fa dopo le proteste dei genitori per un servizio mensa non adeguato nel Comune di Bolano – ritardi o assenza nelle portate, scarsità di cibo – in provincia de La Spezia i responsabili dei servizi di ristorazione scolastica del Comune hanno prontamente incontrato i genitori sul piede di guerra, per una presa in carico immediata della qualità del servizio mensa.
I genitori di una scuola primaria di Parabiago, Comune della città metropolitana di Milano, a metà ottobre hanno richiesto un incontro con il sindaco per affrontare i disservizi della refezione scolastica di una delle scuole primarie, protestando davanti all’edificio del comprensivo frequentato dai propri figli.
Tutt’altro genere di disservizio nel comune abruzzese: qui a causa di mancati accordi tra i responsabili del servizio di ristorazione e i potenziali gestori delle mense il servizio non è mai partito e i genitori degli alunni che frequentano il tempo pieno nelle scuole di Chieti hanno protestato davanti all’ingresso della sede comunale per chiedere che venga garantito il servizio mensa nelle scuole.
Sin dall’inizio del nuovo anno scolastico, in molti istituti della provincia di Trapani non è partito il servizio di refezione nelle scuole che hanno il tempo pieno e in diversi Comuni del trapanese, tra cui a Marsala, sono state numerose le proteste dei genitori a causa del rincaro dei prezzi o per altri problemi.
Protestano e si rivolgono al Comune qualche settimana fa i genitori di una primaria di Portogruaro, lamentando il rincaro del pasto, chiedendo di trovare delle soluzioni per aiutare maggiormente le famiglie nell’affrontare spese, come quella della mensa scolastica dei figli.
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