Fa discutere, ma trova ampia approvazione e si pone come il primo esempio di una scelta in favore della multiculturalità anche nel cibo, la scelta del Consiglio comunale di Lodi di eliminare la carne di maiale dalle mense scolastiche.
La notizia è arrivata in questi giorni all’onore delle cronache e ha suscitato immediatamente interesse e polemiche. Il sindaco di Lodi, Andrea Furegato, ha pubblicamente annunciato la scelta dell’amministrazione comunale della cittadina lombarda, che ha deciso di dare una svolta al sistema delle mense scolastiche, abolendo la carne di maiale in favore di altri fonti proteiche, o piuttosto preferendo la carne di vitello.
In precedenza a Bologna nell’ottobre del 2023 le famiglie degli studenti musulmani avevano avuto la possibilità di richiedere un menu halal, con forti proteste degli animalisti, che contestavano la pratica legata al dissanguamento totale degli animali macellati. All’epoca era stata prevista la carne halal in circa 70 scuole del capoluogo emiliano per una volta a settimana.
La mossa del sindaco di Lodi è in ogni caso un segno di grande civiltà e apertura, un atto di inclusione che potrebbe essere la prima a promuovere l’adozione di norme analoghe in tutta Italia. Si potranno gustare tante proteine vegetali diverse, oltre a fettine di vitello, pesce e prodotti più disparati.
Se quella di Lodi è stata considerata come l’inizio di pratiche inclusive e multiculturali, a partire dal cibo nelle scuole, c’è invece chi non ha accolto bene la notizia, tra cui i rappresentanti della Lega che hanno indicato nella misura proibitiva della carne di maiale una discriminazione al contrario nei confronti degli alunni italiani. Il sindaco della città non ha intenzione di tornare sui propri passi, a vantaggio dei tanti studenti musulmani e anche di un’alimentazione più vegetale.
La decisione di Lodi, che ha fatto da apripista per via dell’elevato tasso di abitanti musulmani in zona, è stata presa anche per seguire le raccomandazioni dell’Agenzia di tutela della salute della città, che ha chiesto di sostituire i salumi e in generale ridurre il consumo di carne.
Le diete che si basano su scelte alimentari differenti, da quelle che hanno alla base motivi religiosi a quelle che riguardano persone con intolleranze o a quelle per scelte di stili di vita, toccano le istituzioni Europee e in particolare le decisioni prese rispetto alle mense scolastiche.
Ricordiamo che, la scorsa primavera, le associazioni vegane avevano chiesto al Parlamento europeo l’inserimento delle bevande vegetali nelle mense scolastiche, come quelle di soia, avena o riso, all’interno delle linee guida per i programmi scolastici, ma il rifiuto di Strasburgo era stato netto. La richiesta era arrivata in occasione dell’organizzazione delle nuove linee guida per i programmi scolastici, ripensati con un’attenzione particolare alla sana alimentazione. Alla base c’era la necessità di garantire ai bambini e alle bambine europei la possibilità di scegliere tra altre bevande, considerato che in molti non digeriscono il latte vaccino (l’unica bevanda ammessa oltre l’acqua), ma ad osteggiare la richiesta ci sono state le associazioni animaliste e le organizzazioni degli allevatori.
E sempre nella primavera del 2023 è partita la campagna dei cittadini europei per la raccolta di firme, ancora in corso, per richiedere l’introduzione di un’opzione vegetale in tutti i luoghi in cui avviene somministrazione di cibo, scuole comprese (mense pubbliche, luoghi di ristorazione in prossimità di aeroporti e stazioni) e chiedere alla Commissione europea un atto legislativo che garantisca l’accessibilità a dieta adeguate a chiunque, soprattutto per chi ha compiuto scelte alimentari differenti. Per saperne di più https://www.gamberorosso.it/notizie/la-rivolta-dei-vegani-europei-opzioni-veg-nelle-mense-pubbliche-e-sui-mezzi-di-trasporto/.
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