“La mensa non è uguale per tutti”. Così scrive Save The Children a sintesi della seconda rilevazione eseguita in 36 Comuni italiani sui servizi di refezione scolastica nelle scuole primarie. Il monitoraggio è eseguito anche quest’anno nell’ambito della campagna “Illuminiamo il Futuro” per dare educazione e speranza ai bambini stretti nella morsa delle povertà: 3 settimane di sensibilizzazione e raccolta fondi fino al 1° giugno, anche attraverso l’sms 45509 (www.illuminiamoilfuturo.it).
Quella che è emersa è un’enorme differenza nei criteri di accesso e nelle tariffe da un Comune all’altro, con rette altissime in Comuni come Vigevano, Brescia e Campobasso, che non prevedono alcuna esenzione per famiglie in difficoltà e procedono all’esclusione immediata del bambino dalla mensa in caso di morosità dei genitori. Va meglio in altre città, quali Bologna, con rette basse e accessibili, o Genova e Bari, dove alta è l’attenzione ai bambini in famiglie disagiate anche a causa della crisi o in situazione di marginalità.
Rispetto al monitoraggio effettuato l’anno scorso, non si riscontrano aumenti significativi delle tariffe, ad eccezione di Udine (+15%) e di Catanzaro dove le rette, pur restando nella media, sono raddoppiate.
Confermata anche quest’anno per la maggioranza dei comuni (25 su 36) la cattiva prassi di escludere da esenzione o riduzione della contribuzione i bambini non residenti nel comune di riferimento.
“La presenza della mensa a scuola concorre a garantire un’adeguata offerta di servizi e opportunità formative per un bambino. Per questa ragione Save the Children ha deciso per il secondo anno di realizzare un monitoraggio delle mense nei principali comuni e ha voluto includere le mense nell’Indice di povertà educativa IPE diffuso ieri, in occasione del lancio della campagna Illuminiamo il Futuro, a contrasto della povertà educativa in Italia. L’Indice segnala una diffusione del servizio che varia da regione a regione, con gravi carenze in alcune di esse. Il presente monitoraggio documenta invece la varietà e diversità dei criteri di accesso, anche laddove il servizio mensa sia disponibile, con il risultato che un bambino, a seconda del territorio in cui vive, può avere o non avere la mensa a scuola oppure averla ma magari troppo costosa per la sua famiglia”, spiega Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa Save the Children Italia, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti.
“La mensa scolastica deve diventare un diritto di base garantito a tutti i bambini, secondo standard di qualità certificati”, prosegue. “Il momento del pasto alla mensa scolastica è estremamente importante per ogni bambino e in particolare per chi vive in condizioni di povertà, perché garantisce un pasto completo almeno una volta al giorno, è una occasione di convivialità, di educazione alimentare, oltre a permettere l’apertura pomeridiana della scuola e il contrasto alla dispersione scolastica ”.