Attualità

Mense scolastiche horror, i Nas trovano cibi scaduti, muffa e capelli nei pasti: i risultati dei controlli da Treviso a Catania

Un controllo che è stato svolto a tappato in tutta Italia da parte dei Carabinieri dei Nas: sono state ispezionate 1.058 aziende di ristorazione collettiva all’interno di mense scolastiche”, di ogni ordine e grado, dagli asili nido fino agli istituti superiori, sia pubbliche che private.

Da Nord a Sud, le mente scolastiche sanzionate

Tantissime sono state le irregolarità riscontrate, come riporta RaiNews: a Potenza sono stati trovati prodotti congelati al posto di quelli freschi, “finto” parmigiano spacciato per Dop e un bagno della palestra è stato trasformato in deposito stoviglie ed utensili da cucina; a Caserta è stata somministrata una “pasta e patate”, ma senza patate; a Bergamo i militari hanno scovato l’impiego di pasta fresca scaduta e farine, con termine di conservazione oltrepassato da un anno, in altre tre mense di altrettanti plessi scolastici della provincia, sono state accertate “condizioni igieniche carenti”, utilizzo di cibi scaduti e generi alimentari mal congelati; a Treviso, sono stati sequestrati 40 kg di carne, ortofrutta e latte, in parte scaduti, in parte conservati in confezioni anonime: al gestore del locale sono state contestate gravi carenze igienico-sanitarie. 

E ancora, a Pavia sono state constatate infiltrazioni d’acqua, presenza di muffe, pannelli del soffitto divelti; a Sassari la legale rappresentante di una cooperativa gerente la mensa di una scuola dell’infanzia è stata deferita per aver detenuto e somministrato agli alunni alimenti di qualità differente da quelli previsti dal contratto d’appalto del servizio: “merluzzo e carne precotti e congelati in luogo di quelli freschi”, uova generiche al posto di quelle biologiche; a Napoli è stata sospesa l’attività di somministrazione e vendita di alimenti e bevande del punto ristoro di un liceo classico, dove sono state riscontrate pessime condizioni igieniche con riferimento alle attrezzature ed agli ambienti di stoccaggio e somministrazione dei cibi: sequestrato mezzo quintale di prodotti dolciari e generi alimentari; a Bari sono state riscontrate gravi carenze igienico sanitarie e strutturali; in un asilo di Catania sono state sequestrati 17 kg di preparato alimentare privo di indicazione di provenienza, utilizzato per la panatura degli alimenti ed è stata anche contestata la presenza di carne decongelata senza controllo della temperatura; mentre nel refettorio di un altro istituto comprensivo scolastico di Catania sono state sequestrate alcune confezioni termosaldate di pasti, a causa della presenza di corpi estranei come capelli.

I risultati delle ispezioni

Di tutte le ditte controllate, in totale 1058, in 341 sono state riscontrate irregolarità, pari al 31% del totale dei controlli, accertando 482 violazioni penali e amministrative, con sanzioni per 240 mila euro, contestate per “violazioni nella gestione degli alimenti e nelle condizioni d’igiene nei locali di preparazione dei pasti”, nella mancata rispondenza in qualità e quantità ai requisiti prestabiliti dai capitolati d’appalto e nella “regolarità di impiego delle maestranze e relativo possesso di adeguata qualifica e preparazione professionale”.

La maggioranza delle infrazioni, pari all’ 85%, ha riguardato aspetti sanzionatori amministrativi come le carenze strutturali e impiantistiche dei locali impiegati alla preparazione dei pasti, la mancata attuazione dell’autocontrollo, della tracciabilità e della presenza di allergeni, elementi fondamentali per prevenire possibili episodi di intossicazione e reazioni allergiche, ancor più significativi nelle fasce sensibili delle utenze scolastiche.

Deferiti all’autorità giudiziaria 22 gestori dei servizi-mensa ritenuti responsabili dei reati di frode ed inadempienze in pubbliche forniture, alla detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione ed inosservanze alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli accertamenti del Nas hanno rilevato “l’impiego fraudolento di ingredienti di minore qualità” rispetto a quella pattuita nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, come il Parmigiano DOP sostituito con altri formaggi, uova convenzionali anziché da agricoltura biologica e prodotti congelati al posto di quelli freschi.  

Sara Adorno

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