Accade a Riccò sul Golfo, in provincia di La Spezia. Linea dura del sindaco della cittadina ligure contro le famiglie morose per la mensa scolastiche.
Secondo il sindaco, Loris Figoli (eletto con una lista civica di area centrodestra) sono “troppe le famiglie che fanno mangiare a scuola i figli senza pagare il servizio”. Pertanto a partire dal 15 aprile chi non si mette in regola con gli arretrati e chi non paga, non mangia, con tanto di segnalazione ai servizi sociali comunali per verificare eventuali situazioni di disagio familiare. Lo scrive la Nazione.
“E’ un malcostume che vogliamo fermare: per questo – spiega il sindaco Loris Figoli – tutti coloro che hanno deciso di non pagare, pur avendo usufruito regolarmente della mensa, non accederanno più al servizio e saranno tenuti a dotare i figli di pranzo al sacco”.
Alla base dell’offensiva del Comune, la necessità di recuperare mancati pagamenti degli ultimi cinque anni: circa 90mila euro. Nei prossimi giorni, le famiglie morose riceveranno una lettera con l’invito bonario del Comune a saldare i conti sui buoni pasto evasi. E coloro che non lo faranno, da venerdì 15 non potranno più usufruire della mensa.
Una vicenda che avrà ripercussioni a livello nazionale: da una parte il dovere di far rispettare le regole ai cosiddetti “furbi”, che evadono pur potendo pagare le quote. Dall’altro, quello di proteggere i più piccoli, i bambini.
Non è un caso isolato. Infatti dal 1 marzo gli alunni delle scuole di Corsico, in provincia di Milano, le cui famiglie non sono in regola con i pagamenti e risultano “invisibili” agli uffici comunali, sono esclusi dal pasto nel refettorio scolastico. Casi analoghi anche a Frosinone e Ardea, comuni del Lazio e Castel San Pietro, cittadina dell’Emilia Romagna.
E il problema della mensa scolastica è un caso denunciato anche da ‘Save The Children’: nei 45 Comuni capoluogo di provincia con più di 100mila abitanti monitorati, il 40% dei principali istituti scolastici (scuole primarie) è sprovvisto di refettorio. In più della metà dei Comuni l’accesso a rette agevolate e riduzioni è limitati ai soli residenti. In sei Comuni non è prevista alcuna esenzione dal pagamento per le famiglie povere. In sette Comuni l’alunno viene escluso dal servizio mensa se i genitori risultano insolventi.