Home Attualità Mense scolastiche nell’occhio del ciclone: peggiora la situazione nel Regno Unito, criticità...

Mense scolastiche nell’occhio del ciclone: peggiora la situazione nel Regno Unito, criticità in Italia

CONDIVIDI

Nel Regno Unito da mesi è in corso una battaglia importante sul diritto ai pasti gratuiti nelle mense scolastiche e il problema non ha accennato a diminuire neanche negli ultimi giorni del 2022. Oltre la Manica la questione riguarda l’accesso ai pasti scolastici gratuitiFree School Meals (FSM): questa settimana lo chef stellato britannico e attivista per i pasti scolastici Jamie Oliver ha rinnovato l’invito al governo ad ampliare l’offerta di pasti scolastici gratuiti, affermando che potrebbe essere finanziata da una tassa sullo zucchero. Gli attivisti hanno esortato i ministri ad automatizzare il processo di iscrizione utilizzando i registri della sicurezza sociale, nel timore che i bambini provenienti da ambienti svantaggiati facciano la fame perché non si sono iscritti.

Secondo una nuova analisi dei Liberaldemocratici, fino a 234.500 bambini che soddisfano i criteri per l’FSM non sono registrati. Oltre a perdere il diritto al pranzo gratuito per i bambini svantaggiati, le scuole perdono anche i vitali finanziamenti aggiuntivi che sostengono il loro apprendimento.

I fondi Pupil Premium vengono erogati alle scuole in Inghilterra per ogni alunno della scuola primaria (1.385 sterline all’anno) e secondaria (985 sterline all’anno) che ha avuto diritto al FSM in qualsiasi momento degli ultimi sei anni.

Zoe McIntyre, responsabile del progetto Children’s Right2Food, la fondazione che da anni si batte per una corretta politica alimentare per garantire in tutti i Paesi del Regno Unito, la possibilità di accedere a una dieta sana e sostenibile, ha dichiarato che l’iscrizione automatica sarebbe un modo rapido ed efficace per massimizzare l’adozione del FSM ed eliminare gli ostacoli al diritto, come la mancanza di consapevolezza, le barriere linguistiche e un processo di richiesta che può essere “stigmatizzante e confuso” per alcune famiglie aventi diritto.

Le criticità in Italia

Segnali di allarme arrivano anche da alcune situazioni in Italia. Solo poche settimane fa il 7° rating menù scolastici pubblicato da Foodinsider, che raccoglie i dati dell’indagine che ogni anno monitora lo stato della mensa scolastica, conducendo anche un questionario di gradimento nelle mense di molte città d’Italia, ha raccontato che nell’anno scolastico 2021/22metà retta è andata in spazzatura. Secondo il sondaggio, il 47% degli insegnanti che hanno risposto (l’anno scorso era il 38%), dichiara che i bambini mangiano meno della metà del pasto. Il dato è confermato dalla ricerca condotta nell’ambito del progetto Reduce, che marzo e maggio ha monitorato lo spreco alimentare nelle mense degli 85 plessi di tre regioni (Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna, e Lazio).

Inoltre emerge in modo allarmante dalcontrollo del rispetto della sostenibilità di stoviglie e materiali utilizzati durante i pasti, come siano diminuite le mense che somministrano il pasto con stoviglie lavabili, scendendo dal 65% al 59%. Un dato peggiorativo che significa tanto usa e getta sia in refettorio che in classe, soluzione che non va nella direzione della sostenibilità come indicato invece dal ministero dell’Ambiente che richiede di somministrare il pasto con stoviglie in ceramica. E risulta allarmante anche l’ancora mancante controllo ufficiale della presenza nelle stoviglie usa e getta del Pfas, ovvero di sostante perfluoroalchiliche, usate dagli anni Cinquanta nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, per rivestire le padelle antiaderenti per le loro caratteristiche oleo e idrorepellenti.

I casi di Roma e Napoli

E non mancano le criticità su qualità e quantità del cibo. A Roma, a fine novembre 2022, i genitori di una scuola del quartiere San Giovanni hanno fatto irruzione a mensa dopo tante lamentele dei bambini e hanno denunciato la scarsa qualità e quantità di cibo destinato ai propri figli. Nello stesso periodo ad Afragola, popoloso comune della città metropolitana di Napoli, molte mamme hanno protestato per il servizio di refezione scolastica dopo aver visto la qualità del cibo offerto, organizzando un raduno di genitori e presidi. Protestavano sia per la qualità dei pasti distribuiti agli alunni che per la scarsa quantità.