Nelle mense scolastiche arrivano i Nas: l’ipotesi è che gli alunni non consumano a scuola una quantità e qualità adatta ai loro bisogni nutrizionali.
L’indagine è stata avviata il 9 maggio per ordine del ministro della salute, Beatrice Lorenzin, che anche in passato aveva accolto le preoccupazioni sul tema: la procedura avviata, quindi, riguarda sia la qualità del cibo offerto ai bambini nelle mense scolastiche ma anche le scelte dei tipi di alimenti che vengono utilizzati nelle diete a seconda della fascia di età.
“L’alimentazione nelle scuole è importantissima – ha spiegato la stessa Lorenzin, intervenendo all’assemblea di Federalimentare a Cibus -: ho mandato i Nas per fare controlli a campione nelle scuole italiane per verificare se la qualità dei cibi richiamati nelle diete sia consono con la qualità garantita ai nostri bambini”.
“L’indagine è partita su segnalazioni dei genitori che si lamentavano della qualità – prosegue la Lorenzin – e quindi ho chiesto ai Nas di fare verifiche a campione”.
Il controllo sarà trimestrale, “come già fatto con la nostra task force nelle residenze per le persone anziane e sui disabili e anche in altre occasioni: ci interessa andare a fondo per capire se esiste veramente un problema e che tipo di problema è”, ha assicurato il responsabile del dicastero della Salute.
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“E’ un intervento appropriato perchè è soprattutto a scuola che i bambini imparano a mangiare in modo corretto e sano, i menu devono essere sempre più adeguati ai loro bisogni e anche sani. E’ sbagliato offrire nello stesso piatto del pane, la pasta e le patate – spiega Giuseppe Morino, responsabile dell’Unità Operativa di Dietologia Clinica del Bambino Gesù – perchè stiamo parlando della stessa categoria di alimenti e non educhiamo il bambino alla scelta”.
D’accordo con la decisione si è detta la Coldiretti: “è importante vigilare sull’alimentazione a scuola in una situazione in cui un italiano su cinque (20%) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche di figli o nipoti, mentre il 42% la ritiene appena sufficiente”.
“Non è un caso che una netta maggioranza dell’83% – sottolinea la Coldiretti – ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare, mentre solo il 13% ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più”.
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